L’82 per cento dei Comuni italiani ha parte del territorio a rischio frane e alluvioni anche a causa del consumo di suolo che con la cementificazione ha ridotto la capacità di ritenzione idrica dei terreni. E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare il nuovo rapporto sul consumo di suolo dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). "Oggi in Italia 5 milioni di cittadini – sottolinea Coldiretti - vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e 6.633 comuni hanno parte del territorio a elevato rischio di frana o alluvione, anche per la mancanza di un'adeguata pianificazione territoriale".

"Su un territorio reso più fragile dal consumo di suolo si abbattono – continua la Coldiretti - i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Nell’ultimo inverno in cui è caduto il 62 per cento di pioggia in più rispetto alla media e si è classificato – precisa la Coldiretti - al quindicesimo posto tra i più piovosi degli ultimi 210 anni. A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno - conclude la Coldiretti - viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento che non riesce ad assorbire la violenta caduta dell’acqua".