Una nuova pubblicazione della Fao evidenzia i vantaggi che si ottengono portando le biotecnologie agricole ai piccoli produttori dei paesi in via di sviluppo.

La pubblicazione, Biotechnologies at Work for Smallholders: Case Studies from Developing Countries in Crops, Livestock and Fish sostiene che le biotecnologie possono aiutare i piccoli produttori a migliorare le proprie condizioni di vita e la sicurezza alimentare.

Biotechnologies at Work for Smallholders, che presenta 19 studi di casi nel settore agricolo, in quello zootecnico ed in quello ittico, è stato scritto da scienziati e ricercatori di tutto il mondo. Descrive le realtà pratiche e le esperienze dell'applicazione della ricerca biotecnologica nella produzione su piccola scala di banane, di manioca, di riso, e negli allevamenti di bestiame, di gamberetti e di altri prodotti, in diversi paesi in via di sviluppo.

Gli studi dei casi comprendono una vasta gamma di biotecnologie, alcune più antiche o "tradizionali", come l'inseminazione artificiale e la fermentazione, e tecniche d'avanguardia che coinvolgono metodologie basate sul Dna, ma senza modificazioni genetiche.

La pubblicazione è stata preparata da un team multi-disciplinare coordinato dalla Fao, nell'ambito di un progetto di biotecnologie agricole in parte finanziato dal governo del Canada.

"Con accordi istituzionali e finanziari appropriati, governi, istituti di ricerca e organizzazioni possono aiutare a portare le biotecnologie ai piccoli produttori, migliorando la loro capacità di far fronte a sfide come il cambiamento climatico, le malattie delle piante e degli animali, e uno sfruttamento eccessivo delle risorse naturali", ha detto Andrea Sonnino, direttore dell'Unità ricerca e divulgazione della Fao.

Gli studi di casi
Quattro studi di casi provengono dall'India, due dalla Cina e uno rispettivamente dall'Argentina, dal Bangladesh, dal Brasile, dal Camerun, dalla Colombia, da Cuba, dal Ghana, dalla Nigeria, dal Sudafrica, dallo Sri Lanka, dalla Tanzania e dalla Tailandia.

In India i ricercatori hanno usato marcatori del Dnaper sviluppare una varietà di riso resistente alle alluvioni, con un potenziale di rendimento di 1-3 tonnellate in più per ettaro rispetto alle varietà utilizzate in precedenza. Dopo essere stata introdotta nel 2009, la nuova varietà, Swarna-Sub1, si è diffusa rapidamente e nel 2012 è stata utilizzata da tre milioni di agricoltori.

"In sintesi, le varietà che tollerano di essere sommerse dall'acqua, hanno fornito l'opportunità di migliorare e stabilizzare le rese nelle zone colpite dalle inondazioni, contribuendo in modo significativo alla sicurezza alimentare nazionale", ha dichiarato Uma Singh dell'International Rice Research Institute (IRRI), che insieme ai suoi colleghi ha preparato lo studio del caso.

Nel nord del Camerun, l'utilizzo di strumenti diagnostici basati sul DNA ha consentito alle autorità veterinarie di diagnosticare rapidamente i focolai di Peste dei piccoli ruminanti, malattia virale altamente contagiosa che colpisce capre e pecore. Diagnosi rapide e accurate hanno fatto sì che le autorità abbiano potuto debellare i focolai e fermare la diffusione di questa malattia mortale.
"Senza questa risposta rapida, migliaia di pecore e capre sarebbero probabilmente morte, portando perdite per milioni di franchi", hanno affermato Abel Wade e Abdoulkadiri Souley del Laboratorio veterinario nazionale del Camerun.