Copagri: "Agricoltura importante per l'integrazione dei lavoratori immigrati"
"E' un quadro che invita le istituzioni a guardare all'agricoltura come concreto bacino di sviluppo occupazionale, anche nell'ottica dell'integrazione dei lavoratori immigrati nel nostro tessuto economico e sociale". E' questo il commento di Copagri che sottolinea: "Nel 2012 gli operai agricoli dipendenti registrati in Italia sono stati pari a 1.011.078, quasi 136mila di questi extracomunitari, il 13,5% del totale". Copagri fornisce poi un quadro geografico dei lavoratori dipendenti in agricoltura: "Nel Nordest si concentra il 20% del complesso dei lavoratori, il 27,6% dei lavoratori extracomunitari, nel Nordovest il 9%, il 19,3% extracomunitari, nel Centro l'11,9% del totale, il 21,3% extra Ue, nel Sud il 42,4%, il 22,2% extra Ue, nelle isole il 16,8% rispetto all'impiego globale, il 9,7% extracomunitari".
Cia: "Per gli stranieri l'agricoltura è un'ancora di salvataggio"
"Si tratta di un dato che conferma ancora una volta le capacità occupazionali dell’agricoltura nei confronti di diverse categorie di lavoratori (giovani, donne, stranieri) considerate proprio quelle più a rischio in questo momento di crisi". Commenta così la Cia, Confederazione agricoltori italiani, il dato dei 135.632 operai agricoli dipendenti extracomunitari emerso dal rapporto presentato al Cnel. "Si assiste - continua la Cia -, a una crescita degli occupati stranieri in agricoltura: degli 11 mila nuovi lavoratori stranieri poco più di 8 mila sono comunitari (+21%)" .
La Confederazione sottolinea poi che il contesto generale è tutt’altro che positivo: "Nel 2012 è aumentata in modo esponenziale anche la disoccupazione dei cittadini stranieri (385 mila unità). Rispetto al 2011 il numero è aumentato del 19,2% per la componente Ue e del 25,4% per quella extra Ue".
Proprio in previsione del fatto che lo stato di crisi presumibilmente porterà a un diverso rapporto tra lavoratori italiani e lavoratori stranieri, sovrapponendo l’offerta di manodopera e non più rendendola complementare, la Cia ritiene che sarà sempre più necessario in materia di immigrazione e di politiche migratorie pensare a lungo termine. "Bisogna impostare per tempo meccanismi che migliorino l’allocazione dei lavoratori (sia presenti in Italia che provenienti dall’estero) nei posti di lavoro e - conclude la Cia - che permettano di aumentare il capitale umano rendendolo più qualificato, accrescendo così la produttività e quindi la competitività delle imprese".
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Fonte: Agronotizie