I maccheroni? Sono  nati nel deserto africano. Il risotto alla milanese ha origini arabe e la cotoletta alla milanese non è stata portata a Milano da Vienna, ma nasce in Lombardia; l’insalata russa a Mosca la chiamano “insalata italiana” mentre il babà non ha origini napoletane, ma nasce in  Polonia.
Oggi si parla molto di alimentazione. In televisione cuochi spadellano in continuazione menù prelibati, nei periodici le rubriche di gastronomia hanno pagine fisse. In libreria lo spazio riservato alle guide dei ristoranti e ai repertori sui prodotti tipici regionali non accenna a diminuire. Eppure il consumatore italiano è scarsamente informato sui legami che intercorrono fra alimentazione e salute.

Tante curiosità, storie e leggende, sono svelate nella nuova edizione del volume di Renzo Pellati La storia di ciò che mangiamo che meritano di essere conosciute.
L’autore (specialista in Scienza dell’alimentazione, studioso di Nutrizione umana e di cultura alimentare) ha indagato l’origine dei nomi che si trovano sui menù: “bèchamel” – “maionese” – “pesche Melba” – “carpaccio” – “paillard”- “Bismark” - “moscato, champagne, torta  Sacher e panettone”, e questo libro oltre a soddisfare  le curiosità arricchisce il sapere in modo chiaro; aiuta inoltre a comprendere la reale natura dell’uomo e l’evolversi delle abitudini alimentari.

Titolo: La storia di ciò che mangiamo
Editore: Daniela Piazza Editore
Pagine: 357
Prezzo: Euro 28,00
In libreria: 2010