La transizione tra primavera ed estate appena conclusa è stata uno dei periodi più caldi di sempre. Negli ultimi anni è molto chiara la tendenza a un giugno spesso troppo caldo e pienamente estivo; in passato era un mese spesso fresco ed a carattere più primaverile che estivo.

Le anomalie

I dati elaborati dalla Noaa (National oceanic and atmospheric administration, l’ente americano che si occupa dello studio del clima a livello planetario) evidenziano un'anomalia complessiva di +2.57°C per tutto il mese e su tutta la Penisola. Questo giugno è stato dunque il terzo più caldo dal 1800; al primo posto il 2003, con un quasi irraggiungibile +4.80°C.

Dopo una prima parte del mese sostanzialmente 'normale', le continue fiammate africane nella  seconda parte di giugno hanno determinato scarti fino a oltre 4°C dalla media sulle regioni centrali e poco meno di 2°C sul restante territorio nazionale.

 

Ovviamente anche il regime pluviometrico ne ha risentito, con un deficit complessivo del 71%, collocando il mese al quarto posto tra i più secchi di sempre. Il deficit supera il 75% su quasi tutto il Centro Sud, mentre si salvano parzialmente le Alpi, ove le piogge della prima parte del mese hanno ridotto il deficit a circa il 25%.

L'Africa in forma smagliante in lotta con un Atlantico sempre più debole

Il trend che continua quasi ininterrottamente dalla metà di giugno non sembra voler cambiare, neanche nel lungo termine. Le figure in gioco sono le medesime di sempre: giorni e giorni di anticiclone africano seguiti da temporaneo rientro nelle medie, per poi ricominciare con una nuova fiammata africana.

Il giro di boa settimanale è stato caratterizzato da temperature meno estreme, grazie al profondo vortice inglese in temporanea espansione verso l'Europa. In questo periodo non sono mancati i temporali al Nord - tra Alpi e Prealpi - in locale sconfinamento sulla Pianura Padana limitrofa.
Nel frattempo si vanno però già creando le condizioni per una terza ondata di calore africano. Ancora una volta sarà il vortice instabile portoghese a favorire nel weekend il promontorio africano verso l'Italia. I valori termici previsti potrebbero essere anche più elevati delle due ondate roventi precedenti. Al Sud si presenteranno picchi superiori ai +40°C, ma anche al Centro non andrà meglio con valori di poco inferiori, mentre il Nord questa volta sarà coinvolto in via più marginale.

La divisione dell’Europa

Grazie alla continua assenza dell’anticiclone delle Azzorre, l’areale europeo è campo di battaglia tra la struttura anticiclonica africana e le perturbazioni molto fresche atlantiche.

Le correnti oceaniche sono sicuramente l’elemento di respiro fondamentale di questo periodo rovente, ma è poi indispensabile tener conto l’entità dell'instabilità. Difatti l'energia potenziale in gioco è davvero tanta, ed il forte contrasto tra le diverse masse d’aria ha innescato e sta tutt'ora innescando violentissimi temporali grandinigeni tra la Francia, la Svizzera, l’Austria, la Germania e la Polonia.

Tregua di breve durata

Purtroppo il Paese potrà godere solamente di pochi giorni di caldo 'normale'. Come già accennato, nel weekend si profila una sicura espansione dell'anticiclone africano, che sospingerà nuova aria rovente sahariana sulla Penisola.

Non è ancora possibile paragonare, in assoluto, l'estate attuale con quella del tremendo 2003; quell'anno fu storico innanzitutto perché il caldo ebbe inizio a maggio e durò per tutta la stagione estiva, e secondariamente perché l'anticiclone africano era riuscito a scavalcare le Alpi apportando condizioni afose anche su mezza Europa.

Tendenza

Temperature in flessione e crescenti situazioni instabili al nord ovest per refoli d’aria relativamente fresca d’origine atlantica. Nella giornata odierna verranno raggiunte anche le Regioni del Sud e la Sicilia, con sviluppo di temporali ad evoluzione diurna sui principali rilievi appenninici.

Dal fine settimana sole e afa torneranno ovunque, grazie al già citato anticiclone africano. Le temperature resteranno opprimenti fino al metà del mese, quando non è esclusa una nuova espansione delle correnti oceaniche anche sul Mediterraneo centrale.