Fondata nel 1956 ma entrata in produzione cinque anni più tardi, la Cantina Gallura ha sede a Tempio Pausania capoluogo geografico della Gallura.

L'azienda, società cooperativa di 132 soci che coltivano 350 ettari di vigneto, per statuto raccoglie esclusivamente le uve prodotte in questa zona su terreni sabbiosi posti a 250-500 metri sul livello del mare e da cui si ottengono viti poco vigorose ma con produzione di alto pregio di Vermentino in particolare ma anche di Moscato e Nebbiolo.

 

Secoli di storia

Qui la cultura del vino è nata da un insieme di tradizioni tramandate dalle molte popolazioni che nei secoli hanno occupato queste terre affinando via via i sistemi di allevamento della vite.
Frutto di una rigorosa selezione e di moderni processi di vinificazione e affinamento in botte o barrique, i vini della Cantina Gallura si fregiano di un elevato livello qualitativo; spicca il 'Vermentino di Gallura', insignito della Denominazione di origine controllata dal 1996.
Vitigno, quello del Vermentino, che pare sia giunto dalla Corsica sotto il dominio aragonese per diventare in circa duecento anni un vino di grande pregio che nella Gallura ha trovato il suo habitat ideale.

 

E poi arriva Magis

Proprio per proseguire nel percorso di valorizzazione delle produzioni frutto di un territorio unico e di vitigni tradizionali, l'azienda entra in Magis nel 2010, poco dopo la nascita del progetto, identificando come suo principale punto di forza l'attenzione e il rispetto per l'ambiente concretizzato in un approccio integrato e sostenibile delle produzioni.
A fronte di un lavoro migliorativo riguardante un ancora più spinto indirizzamento verso produzioni a basso impatto ambientale – fanno sapere in azienda -, i punti di forza del progetto Magis sono riconducibili all'aspetto qualitativo, sanitario e salutistico delle produzioni cui si affianca quello ambientale. Il risultato è l'immissione nel circuito commerciale di un prodotto privo di residui derivanti dall'uso di sostanze di sintesi, capace di tutelare la salute del consumatore senza ripercussioni sulla qualità del vino”.

Nonostante sia stato rilevato un attacco di acari imputabile al mancato trattamento a base di zolfo nel vitigno Magis, ci pare di capire che in azienda il progetto piaccia ed abbia solide basi per un ulteriore sviluppo futuro, soprattutto in vista delle direttive europee che dal 2015 renderanno obbligatorio l'approccio integrato alle produzioni agricole e vitivinicole.

 

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