Ultimo discendente della famiglia Adorno, Marcello tiene le redini aziendali dal 1997 portando avanti una storia iniziata nel 1834 quando la famiglia acquistò la tenuta Retorbido in provincia di Pavia.
Da allora la produzione si è sempre orientata verso varietà locali di Barbera e Cortese a lavorazione rigorosamente tradizionale, “in virtù delle tradizioni legate all'Oltrepò, abbiamo creato vini importanti, longevi e soprattutto autentici – racconta Adorno -, facilmente riconducibili a un territorio ben definito”.
Proprio la passione per i vini di qualità e per il territorio dell'Oltrepò, la cui salvaguardia è per Adorno una missione, lo hanno spinto a metà anni novanta verso un rilancio dell'azienda Marchese Adorno.
“Negli anni '60 – spiega – il patrimonio vitivinicolo si costituiva di 45 ettari per subire un calo negli anni successivi". L'opera di ripiantumazione e ampliamento della vigna, sia su terreni di antica proprietà che su nuove aree in collina, ha avuto come risultato l'attuale realtà aziendale.
Gli 80 ettari di vigneto così ottenuti – l'obiettivo è arrivare a 100 nel 2015 –, consentono di vinificare 250mila bottiglie di vino rosso e bianco".
Un secondo ambizioso progetto teso a raddoppiare la produzione, ha spinto Adorno ad intraprendere l'opera di ristrutturazione del 'Cortone'; un fienile allora in stato di avanzato degrado edilizio, che dopo cinque anni di lavoro ha dato vita ad una nuova cantina attrezzata con una zona di invecchiamento e una di stoccaggio sotterranea, completamente climatizzata.
“Si tratta di un traguardo di cui sono particolarmente orgoglioso – afferma Adorno - soprattutto per il fatto di essere riuscito ad integrare un impianto di vinificazione moderno nell’architettura rustica e tradizionale del paesaggio”.
Legame con il territorio, continua ricerca della qualità senza compromessi e tentativo di conciliare modernità e tradizione, hanno portato l'azienda Marchese Adorno ad aderire nel 2010 al progetto Magis; inizialmente con due ettari di vigneto, subito diventati cinque.
La sostenibilità economica ed ambientale stanno alla base della scelta di 'sposare' Magis; a rendere la 'convivenza' più facile ci ha pensato un modello di gestione aziendale che già seguiva i criteri di gestione del vigneto indicati nel protocollo.
“Il nostro posizionamento sul mercato che ha individuato come target di vendita la ristorazione, le enoteche ed i privati, escludendo quindi la grande distribuzione organizzata, bene si coniuga con la sostenibilità delle produzioni – spiega l'esperto.
Siamo, infine convinti che appartenere, come avviene con Magis, ad un gruppo ristretto di aziende – conclude - possa portare e, in futuro porterà ancora di più, ad un ritorno d'immagine traducibile in un vantaggio commerciale”.