"Nel 2010 l'acquisto dell'olio vergine ed extra vergine di oliva dal nostro Paese verso la Cina è più che raddoppiato rispetto all'anno precedente, passando dalle 3.110 tonnellate del 2009 alle 6.502 tonnellate dello scorso anno. La dinamica positiva ha permesso all'Italia di raggiungere il 35,17% della quota di importazione dell'olio di oliva della Cina, e di contendere il primato quantitativo della Spagna sul fronte della qualità. Una tendenza in via di consolidamento: secondo uno studio di China Customs, solo fra gennaio e agosto 2011 la Cina avrebbe speso ben 19,26 milioni di dollari nell'olio vergine di oliva italiano". 

Lo rende noto il Ceq, Consorzio di garanzia dell'olio extra vergine di oliva di qualità

"Esiste un interesse crescente della Cina nei confronti dei nostri prodotti - afferma Elia Fiorillo, presidente del Ceq - e questo è in parte dovuto al fisiologico interscambio fra i mercati, determinato dall'ampliarsi del fenomeno della globalizzazione, ma è anche il riflesso di un'apertura della Cina nei confronti della cultura italiana. Questi dati - conclude Fiorillo - segnalano una tendenza positiva, che va assecondata con progetti ambiziosi". 

Il Consorzio Ceq si trova in prima fila in questa battaglia e ha già avviato 'O-live, health and beauty secret', una campagna finalizzata a promuovere l'uso dell'olio di oliva in Cina. Nel quadro di questo progetto, co-finanziato dal ministero delle Politiche agricole e dall'Unione europea, sono previste attività mirate per la durata di un triennio, nel cui ambito rientrano fiere agroalimentari, workshop, conferenze stampa e corsi di formazione per ristoratori, per studenti di scuole di cucina e per i diversi operatori del settore (buyer e importatori).