Il vigneto deve essere considerato un elemento vivo nel quale l’insieme dei vari fattori ambientali, colturali ed antropici contribuisce alla migliore espressione dei caratteri della vite e del terroir e, conseguentemente, all’ottenimento di prodotti di qualità.

La Viticoltura di Precisione (Vp) rappresenta, ad oggi, l’insieme delle tecniche e tecnologie che possono rendere possibile un'agricoltura razionale fortemente fondata sulla sostenibilità e sulla valorizzazione del terroir.
Il monitoraggio ambientale permette di eseguire ogni operazione colturale modulandola sulla base delle effettive necessità rilevate all’interno dell’appezzamento così da valorizzare la tipicità del prodotto ed ottimizzare i fattori produttivi.

Ne consegue una maggiore efficienza ed ecocompatibilità di processo di cui viene, inoltre, così garantita la tracciabilità.
La Vp, sfruttando tecnologie geomantiche avanzate, raccoglie diverse informazioni necessarie ad elaborare un quadro completo della qualità del vigneto e delle uve portando, di conseguenza, ad una gestione colturale razionale.

 

La tecnologia di precisione

Sempre più questa gestione 'di precisione' nelle zone omogenee degli appezzamenti prevederà l’impiego di tecnologie mirate all’esecuzione di interventi agronomici ad intensità variabile (VTR) possibili grazie alla realizzazione di mappe georeferenziate elaborate sulla base di indici di vigore che vanno poi correlati con rilevazioni puntuali nel vigneto e interpretati dagli agronomi e dagli enologi in funzione degli obiettivi.

 

Gli strumenti di cui si avvale la Vp sono:

- GPS o Global Positioning System;

- GIS o Geografic Information Systems;

oltre ai sistemi di monitoraggio:

- Remote sensing o rilevamento remoto quindi 'da lontano'

- Proximal sensing o rilevamento prossimale o vicino

- Soil sensing o rilevamento del suolo.

Tali sistemi hanno pregi e difetti e la convenienza dell'uno sull'altro è da valutarsi in funzione del tipo di rilevamento da svolgere.

A favore dei sistemi di rilevamento remoto c’è sicuramente la possibilità di indagare, con maglie più o meno fini, ampie superfici in poco tempo.

La precisione e l'accuratezza del dato, di contro, sono sicuramente favorite nei rilevamenti prossimali; all'interno di un vigneto a spalliera di 6mila piante ettaro, ad esempio, un rilevamento prossimale può indagare 12.000 metri quadrati di foglie per ettaro contro i 2.500 metri quadrati per ettaro dei rilevamenti remoti.

 

Mappatura del vigneto

L'impiego di tali strumenti, porta alla realizzazione di mappe di vigore dei vigneti da cui è possibile derivare mappe relative ai parametri della qualità e quantità delle produzioni capaci di evidenziare aree omogenee presenti all’interno del vigneto.

Dall'interpretazione di questi dati, scaturiscono ulteriori mappe di prescrizione, riportanti gli accorgimenti e le tecniche da apportare nelle diverse alle aree del vigneto individuate a seconda del target da raggiungere che può essere relativo a potature, concimazioni, diradamenti, irrigazione, vendemmia o altro.

L’individuazione e la valutazione dell’eterogeneità delle zone produttive, ha il doppio obiettivo di conoscere meglio le condizioni dei vigneti e i profili delle uve per orientare l’elaborazione dei vini e allo stesso tempo generare informazioni più precise per una gestione tecnica (agronomica ed enologica) più mirata ed efficace.

 

A cura di Luca Toninato - Ager

 

Intervento raccolto da Michela Lugli

 

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