"E’ straniero quasi un lavoratore su 10 impegnato nelle campagne dove la presenza degli immigrati è diventata indispensabile per le grandi produzioni di qualità del made in Italy come la raccolta delle mele in Trentino alla quale collaborano i ghanesi, delle uve del prosecco in Veneto con i polacchi o la mungitura del latte nelle stalle del grana padano". 

E’ quanto afferma la Coldiretti che, nel commentare i dati Istat sulla presenza degli immigrati, sottolinea che questi lavoratori sono impegnati soprattutto nello svolgimento della generalità delle lavorazioni stagionali e per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino, ma anche negli allevamenti dove a svolgere l'attività di “bergamini” sono soprattutto gli indiani.

"Se nelle vigne destinate alla produzione del Prosecco a prevalere è la presenza di lavoratori polacchi, in quelle destinate alla produzione del Barolo - conclude la Coldiretti - si affermano i macedoni mentre in Lombardia per la Bonarda dell’Oltrepò pavese la leadership è dei romeni che insieme ai polacchi operano in maggioranza anche nei vigneti delle 'bollicine' del Franciacorta. In Toscana - conclude la Coldiretti - per il Brunello di Montalcino sono i maghrebini, in particolare i tunisini, a dare il contributo nel garantire l’integrità delle uve".