"La Cina ha già acquistato oltre tre milioni di ettari di terreno, per una superficie pari al Lazio e all'Abruzzo insieme, soprattutto in Africa e Sud America per scopi agricoli, ma l'interesse all'accaparramento di terra si estende anche alle risorse minerarie ed energetiche che vengono sottratte alle comunità locali". 

Lo sottolinea la Coldiretti commentando l'acquisto, da parte di uno degli imprenditori immobiliari più ricchi della Cina, di 300 chilometri quadrati di terreno in Islanda, che serviranno a realizzare un resort per ecoturismo, con un progetto del lavoro di 100 milioni di dollari. 

"Prima dell'Islanda - spiega l'associazione agricola - l'attenzione della Cina si era concentrata dall'America latina all'Africa, dove il terreno costa meno, e dove sono stati firmati accordi in materia di cooperazione agricola, che hanno portato all'insediamento di 14 aziende di stato in Zambia, Zimbawe, Uganda e Tanzania. Si prevede - continua la Coldiretti - che presto un milione di nuovi imprenditori agricoli cinesi potrebbero essere presenti nel continente africano". 

"Il fenomeno del land grabbing - ricorda la Coldiretti - ovvero dell'accaparramento di terreni agricoli, è stato condannato dalla stessa Fao, perché sottrae le risorse primarie dei Paesi interessati, che spesso si trovano in condizioni di difficoltà economica".