"A due anni dal terremoto a L'Aquila i palazzi sono ancora puntellati e le saracinesche dei negozi abbassate. Le attività produttive fanno fatica a ricominciare e anche l'agricoltura locale è in ginocchio". Lo sottolinea la Cia, Confederazione italiana agricoltori, in occasione del secondo anniversario del terremoto che sconvolse l'Abruzzo nella notte tra il 5 e il 6 aprile, nel quale fa notare che "tutte le promesse fatte all'indomani del sisma non sono state mantenute e gli agricoltori si ritrovano all'anno zero".

"All'agricoltura - spiega la Cia - erano stati promessi 100 milioni di euro per provvedere ai danni provocati dal sisma, ma ad oggi al settore primario aquilano non è arrivato neppure un centesimo". 

"Le uniche risorse faticosamente reperite per l'agricoltura - prosegue la confederazione - sono i 4 milioni di euro del Psr regionale, cifra considerata "troppo bassa" per "uscire dalla stretta emergenza". La Cia - conclude l'associazione agricola - dopo aver destinato alle imprese agricole danneggiate metà delle risorse raccolte con la sottoscrizione nazionale 'La Cia per l'Abruzzo', ha deciso di utilizzare l'altra metà dei fondi per l'apertura di un nuovo 'mercato contadino' nel cuore de L'Aquila".