Fumata grigia per la 'soluzione tecnica' sulla presenza accidentale di Ogm non autorizzati dall'Ue nei mangimi importati in Europa.
La presa di posizione di nove Stati membri, guidati dalla Francia, ha impedito il voto sulla proposta della Commissione di ammettere una soglia di basso livello (0,1%) per un evento, quello della 'contaminazione' da Ogm, piuttosto frequente, dato che il sistema agroalimentare dell'Ue dipende dalle derrate che arrivano da Canada, Usa, Brasile, Argentina, che gli organismi a Dna ricombinante in agricoltura li utilizzano da anni.
Un'impasse che contribuisce a tenere alti i costi dei mangimi e rischia di rendere "meno competitivi gli allevatori e i produttori di mangimi europei", già alle prese con l'aumento dei prezzi dei cereali, denuncia il Copa-Cogeca.
Di parere opposto la componente europea dell'organizzazione ambientalista Amici della Terra, secondo cui le istanze dell'industria dei mangimi sono del tutto prive di fondamento e la proposta di soluzione tecnica va ritirata.
La Commissione ha invece solo posposto la decisione, visto che l'opposizione di nove Stati avrebbe messo in bilico l'esito di una votazione che per andare a buon fine necessita della maggioranza qualificata.
Parigi non è contro la 'soluzione tecnica' di per sé, dicono fonti di Bruxelles, ma vuole l'inserimento nel testo della Commissione di una procedura di valutazione dei rischi sui 'nuovi' Ogm, da affidare all'Efsa, e garanzie più forti sull'armonizzazione dei controlli, perché siano stringenti e effettivamente credibili.
Posizione appoggiata da Germania e Gran Bretagna, mentre Polonia e Grecia sono totalmente contrarie a qualsiasi ipotesi di via libera a ogm non autorizzati, anche in percentuali minime.
I tecnici di Palazzo Berlaymont convocheranno le autorità competenti degli Stati per presentare di nuovo la proposta, probabilmente con lievi modifiche che recepiranno le perplessità francesi, il 22 e 23 febbraio prossimi al Comitato per l'alimentazione animale.