Riflettori puntati all'Inea sulla presentazione congiunta dell'Annuario dell'agricoltura italiana e del 'Rapporto sul commercio con l'estero dei prodotti agroalimentari italiani', svoltasi ieri 21 dicembre a Roma.

Riflettori puntati sulla produzione, sul consolidato del sostegno pubblico, sul mercato fondiario e sugli immigrati nell'Annuario dell'agricoltura italiana. Il 2009 ha evidenziato un andamento negativo per il settore agricolo nazionale in linea con quello economico generale, sebbene con variazioni più contenute (-3,2% il valore aggiunto al costo dei fattori in termini reali), rispetto ad altri settori produttivi (industria -15%). In termini correnti la variazione subìta dall'agricoltura è stata però più accentuata di quella registrata dal totale dell'economia, tanto che il settore primario ha lievemente ridotto il proprio contributo alla formazione del Pil (2,2%).

La flessione dei prezzi dei prodotti agricoli ha contribuito a determinare un netto ridimensionamento del valore della produzione agricola nel suo complesso, scesa a 47.502 milioni di euro correnti (-8,3% rispetto al 2008).

Partendo dalla definizione dello scenario macroeconomico e internazionale, il Rapporto sul commercio con l'estero dei prodotti agroalimentari italiani testimonia il trend negativo dello scorso anno: le esportazioni si sono ridotte del 7,4% mentre per le importazioni la contrazione ha raggiunto quasi i dieci punti percentuali. Proprio la maggiore riduzione dei flussi agroalimentari in entrata rispetto a quelli in uscita ha prodotto un miglioramento sia del saldo agroalimentare (da -7.638 nel 2008 a -6.233 milioni di euro nel 2009) sia di quello normalizzato, che si attesta a -11,1%.

"Rimangono aperti nell'agroalimentare e nell'agricoltura – ha sottolineato il presidente dell'Inea Lino Carlo Rava i grandi temi emersi con la grave crisi del 2009 e della sua capacità di conquistare nuovi mercati emergenti: la distribuzione degli scambi con l'estero si concentra prevalentemente in quattro regioni del nord. Questo non costituisce una novità, ma deve fare riflettere sulle politiche che in futuro dovremo adottare per incentivare l'export".

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