Rappresentanti di alto livello di oltre 60 Paesi, tra cui 22 ministri di gabinetto, si sono incontrati il 7 dicembre a Roma allo scopo di dare nuovo stimolo e rinvigorire il sostegno al Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche ed al suo Fondo per la distribuzione dei benefici, ritenuto cruciale per la tutela e l'utilizzo a fini agricoli ed alimentari delle risorse fitogenetiche mondiali attualmente a rischio.

L'incontro è stato aperto dal suo organizzatore, il ministro per le Politiche agricole Giancarlo Galan, che ha sollecitato i governi ad usare il Trattato "per superare l'antico e deleterio conflitto tra agricoltura tradizionale e modernità".

Il ministro ha spiegato che il Trattato facilita l'accesso al materiale genetico delle specie vegetali, sottolineando come, da quando l'accordo è entrato in vigore nel 2004, vi siano stati oltre 800 prelievi giornalieri di semi ed altro materiale fitogenetico da un campione di oltre 1.3 milioni di campioni.

Il governo Italiano, insieme a Spagna, Norvegia e Australia, è uno dei maggiori finanziatori del Fondo per la condivisione dei benefici, istituito dal Trattato per aiutare i contadini poveri nei Paesi in via di sviluppo a preservare e adattare al cambiamento climatico le colture alimentari principali.

 

L'adattamento al cambiamento climatico
"Questo vertice di alto livello ha reso ancor più evidente come il Trattato sia in grado di affrontare contemporaneamente diverse sfide, tra cui la perdita di biodiversità, le crisi alimentari globali, l'adattamento al cambiamento climatico, la lotta alla povertà e lo sviluppo agricolo", ha detto Shakeel Bhatti, Segretario del Trattato internazionale.

Attualmente, il Fondo, operativo a partire dal 2008/2009, sta finanziando 11 progetti ad alto impatto per i piccoli agricoltori in quattro regioni del mondo. Per esempio in Perù, sei comunità indigene hanno risposto al cambiamento climatico re-introducendo le vecchie varietà di patate originarie del luogo, ed adattandole ai terreni di montagna a maggiori altitudini.

La Tavola Rotonda ha anche ribadito la necessità di impegnarsi nell'obiettivo di raccogliere stanziamenti per 116 milioni di dollari entro il 2014.

 

Affrontare la perdita di biodiversità agricola
Il Trattato è il primo meccanismo internazionale pienamente operativo per l'accesso e la condivisione dei benefici di ogni componente della diversità biologica vegetale e la sua ratifica da parte di 126 Paesi oltre all'Unione europea rappresenta il più rapido processo di adesione mai avutosi nella storia dei trattati e degli accordi negoziati sotto l'egida della Fao.

Il Trattato sulle risorse fitogenetiche è e stato concepito per facilitare la cooperazione internazionale e l'equo scambio di risorse genetiche.

La Fao stima che il 75% della bio-diversità agricola è andato perso tra il 1900 e il 2000. Un recente studio ha previsto che circa il 22% delle varietà selvatiche di importanti colture alimentari quali arachidi, patate e fagioli, potrebbe sparire entro il 2055 a causa del cambiamento climatico.

Dal lato positivo, la consapevolezza del problema è andata crescendo molto rapidamente. Attualmente esistono circa 1750 banche genetiche in tutto il mondo, che insieme raccolgono oltre sette milioni di campioni.