Nonostante un miglioramento nelle capacità di spesa, soprattutto da parte di Campania e Sicilia, le regioni del Sud Italia continuano ad avere il poco invidiabile primato dei fondi per lo Sviluppo rurale a rischio disimpegno.

Al 31 ottobre 2010, secondo i dati della Rete Rurale (http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4210), i contributi pubblici che andranno erogati attraverso i Psr entro fine anno ammontano a 552 milioni di euro. Più di 320 dei quali destinati a tornare verso Bruxelles, secondo la regola del 'disimpegno automatico'.

“In termini di quantificazione del possibile disimpegno del contributo comunitario Feasr – si legge nell’ultimo rapporto della rete rurale nazionale - i programmi di Puglia (105,70 milioni di euro), Calabria (71,98 milioni di euro), Sicilia (45,89 milioni di euro), Campania (41,61,23 milioni di euro), Basilicata (31,69 milioni di euro) e Lazio (15,28 milioni di euro) presentano i montanti comunitari più elevati.

Puglia (11,32%), Calabria (11,01%) e Basilicata (8,19%) evidenziano l’elevato rischio disimpegno anche e soprattutto in termini percentuali sulla quota Feasr programmata per il settennio 2007-2013”.

''Alcune Regioni italiane stanno per buttare via più di 300 milioni di finanziamenti europei, che poi arrivano al doppio perché c’è la parte di cofinanziamento – ha detto Galan -. Con quale autorevolezza si possono andare a chiedere soldi in Europa quando non si sono spesi neanche quelli del ciclo precedente?''.
''Va dato atto – ha precisato Galan - che negli ultimi mesi c’è statto un recupero fortissimo che ci ha permesso di utilizzare 600 milioni rispetto ai mille che rischiavamo di perdere''. A fine settembre, testimoniano dati presentati da Unacoma a Eima International a Bologna, i finanziamenti europei a rischio disimpegno ammontavano a 369 milioni, per una spesa pubblica totale a rischio, compreso il contributo nazionale, pari a 646 milioni.

Tra le cause del mancato impiego dei fondi, la complessità della materia, le difficoltà economiche del settore e la scarsità del livello di informazione sui fondi disponibili per gli agricoltori. Ma il ministro non accetta alibi.
''Le Regioni - ha dichiarato il ministro - non hanno nessuna scusa perché abbiamo snellito le procedure di controllo delle misure a superficie per cui si paga un contributo a ettaro, abbiamo rafforzato le postazioni di assistenza tecnica in ogni regione, abbiamo incontrato le assicurazioni spiegando che garanzie per i Psr sono molto meno a rischio che in altri settori”.