“Accogliamo con soddisfazione la decisione, assunta in seno alla riunione della Filiera vino e regioni convocata dall’Icq e che sarà a breve adottata dal Mipaaf, di prorogare al 2011 l’applicazione del Decreto relativo ai controlli dei vini Igp da parte degli enti terzi: ciò comporterà per le nostre cantine cooperative un notevole risparmio, dal momento che anche per la prossima campagna vitivinicola l’incarico dei controlli sarà affidato al Servizio Icq - Ispettorato frodi”. Lo ha comunicato il presidente del settore vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative Adriano Orsi nel corso del comitato di settore svoltosi oggi a Palazzo della Cooperazione.
Nel corso dell’incontro è stato fatto anche il punto sulle previsioni della vendemmia 2010, per la quale Fedagri stima un leggero incremento rispetto al 2010, quantificabile intorno ad un +3/5%, con lievi differenze tra le varie regioni. La qualità risulta buona pressoché dovunque, a causa della presenza del sole e delle favorevoli condizioni climatiche di queste settimane.
Quanto alla situazione complessiva del comparto vitivinicolo: "Persistono evidenti criticità – ha detto il presidente Orsi – ma le prospettive non sono così nere come apparivano nei mesi scorsi. In base alle valutazioni emerse nel dibattito alla presenza dei rappresentanti territoriali, è emerso che le regioni che presentano al momento maggiori difficoltà sono il Piemonte (che ha richiesto la distillazione di crisi), la Toscana e in generale quelle regioni che hanno prodotti più pregiati, in quanto risentono in misura maggiore della crisi dei consumi e della riduzione della capacità di spesa, a fronte di costi di produzione molto alti”.
Il Comitato di settore ha fatto anche il punto sulla vendemmia verde. “I dati dimostrano – spiega Orsi - che la regione Sicilia ha fatto la parte del leone, impegnando oltre l’80% di tutta la spesa nazionale. Fedagri si è da sempre dichiarata contraria a tale misura, poiché essa comporta difficoltà e problemi di natura ambientale, dal momento che il taglio dei grappoli ancora verdi causa a lungo andare l’acidificazione del terreno. Inoltre gli agricoltori che praticano la vendemmia verde non trattano le piante e ciò genera inevitabilmente problemi in ordine alla situazione sanitaria della vite, come è confermato anche dalle notizie tutt’altro che positive provenienti dalla Slovenia, dove la vendemmia verde è stata praticata lo scorso anno”.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Fedagri-Confcooperative