di Roberto Volpi

L'esigenza principale, o meglio l'imperativo categorico per tutte le imprese ovunque esse si trovino, è innovare, condizione ritenuta indispensabile per sopravvivere in un mercato ormai completamente aperto alla concorrenza internazionale.
Cosa è l'innovazione? Secondo gli economisti essa è tutto ciò che crea nuovo profitto in quanto modifica il rapporto fra i prodotti ottenuti ed i fattori produttivi impiegati, il lavoro ed i capitali.
Essa non va confusa con la invenzione che per divenire innovazione, ossia migliorare i risultati economici, ha bisogno di un intenso lavoro di sperimentazione e di collaudo che assai spesso grava sull'impresa stessa.
L'innovazione può essere classificata in moltissimi modi: vi sono innovazioni tecniche, economiche, finanziarie, organizzative, di marketing, eccetera, oppure innovazioni di processo e di prodotto, ed ancora innovazioni sostitutive od aggiuntive, solo migliorative oppure rivoluzionarie.
Le innovazioni possono nascere da brevetti. In questo caso chi investe nella ricerca e le mette a punto le sfrutta sul piano economico. Vi sono le molecole chimiche per combattere le avversità delle piante e le malattie di uomini e di animali, le macchine per sostituire il lavoro e migliorare le prestazioni, le varietà di sementi, di piante di soggetti per l'allevamento, i software per svolgere rapidamente procedure contabili, per il controllo di gestione, per la ottimizzazione del magazzino e molte altre ancora .
Le non brevettabili, i know how, riguardano la organizzazione del lavoro per abbattere i tempi e per migliorare la qualità e la sicurezza, quelle commerciali per razionalizzare i costi della distribuzione o trovare nuovi più favorevoli sbocchi, la logistica per ottimizzare i tempi di trasporto e di sosta e contenere i costi, quelle contabili, per la formazione etc.
Le prime sono oggi prodotte nella grande maggioranza dalle imprese chimiche, meccaniche, sementiere, mangimistiche, alimentari, di software e poi diffuse presso i potenziali utenti direttamente con proprio personale tecnico od attraverso società commerciali specializzate.
In questo modo i tempi di diffusione sono limitati perché vengono investiti ingenti risorse finanziarie per farli conoscere, per convincere i potenziali utilizzatori ad acquistarli ed ad usarli correttamente.
I know how nascono invece per la grandissima maggioranza dalle imprese leader oltre che nei centri di ricerca e poi si diffondono o per contagio o per l'opera di consulenti pubblici e privati oppure attraverso i giornali, le fiere i convegni.
L'impresa che produce la stessa quantità di prodotto con analoghe risorse di lavoro e di capitali fissi e di esercizio non crea nuova ricchezza, non fa crescere i redditi , essa concorre a mantenere stabile la produzione mentre il potere di acquisto, per la svalutazione della moneta, ovviamente diminuisce.
Affinché cresca l'economia e vi sia sviluppo occorre che l'impresa innovi o il prodotto od il processo facendo nuovi investimenti affinché il rapporto fra produzione e fattori della produzione, lavoro e capitali, aumenti.
Quando ciò avviene ed entra sul mercato un prodotto migliore oppure il costo di produzione si contrae questo genera nuova ricchezza e cresce l'economia.
Quando un agricoltore che produce mais con la produttività del lavoro di 500 Kg/ora, decide di ammodernare le tecniche di coltivazione ed è in grado di elevare questo indice a 600 Kg/ora, vede aumentare il potere di acquisto ed il suo reddito del 20%.
Se gli altri maiscoltori della zona fanno altrettanto, per imitazione o per necessità, l'economia del territorio ovviamente si sviluppa.
L'obiettivo viene perseguito solo con nuovi investimenti o per ampliare la base produttiva e beneficiare delle economia di scala, oppure per disporre di macchine più moderne, o facendo ricorso a sementi più produttive od a formule di concimazioni più razionali oppure introducendo migliorie al sistema irriguo per risparmiare l'acqua o semplicemente per ottimizzare l'organizzazione.
La produttività del lavoro nella agricoltura italiana da decenni è rimasta sostanzialmente invariata, ossia non aumenta e ciò significa che pur cambiando tecniche non vi è un sistematico e generale ricorso alle innovazioni, lo stock di capitali rimane stabile, i redditi invece diminuiscono in quanto la moneta ogni anno si svaluta e quindi con lo stesso ammontare si compra un minore quantità di beni.
Questa non desiderabile situazione interessa anche alcuni settori industriali e dei servizi e ciò determina una stazionarietà dei valori del PIL per abitante, fenomeno assai noto e di cui si avvertono sintomi preoccupanti come la stasi del potere di acquisto.
Le cause di questo scarso dinamismo, del prevalere di un orientamento prudente e conservatore e poco propenso al cambiamento delle imprese agricole sono numerose ed assai note quali ad esempio la modestissima ampiezza economica della aziende, la scarsa cultura imprenditoriale, ordinamenti assai intensivi e che richiedono molta mano d'opera e l'assenza di servizi efficienti di trasferimento tecnico alle imprese che è invece assai sviluppato ed attivo in tutti i paesi avanzati.

 


Quipu & Accademia - periodico economico di informazione e cultura per le imprese

Q&A - Quipo & Accademia - clicca per leggere la rivista"Quipu", è il sistema di numerazione utilizzato nel Perù dagli Incas. Consiste in corde che sostengono frange di altre corde a loro volta frangiate. Su ognuna delle corde si facevano dei nodi di diversa specie, che indicavano i numeri: la loro posizione indicava le decine, poi le centinaia, basandosi quindi su un sistema decimale. Il popolo Amerindo, a cui si può attribuire l'invenzione del sistema decimale, è quello dei "Quechua", originario degli altipiani del Perù, che formarono il primo strato etnico su cui si fondò l'impero Incas.

"Accademia" è la scuola filosofica fondata da Platone nel III secolo a.C., che in qualche modo possiamo dire sia durata sino al VI secolo d.C. Quindi si è perpetuata per moltissimo tempo. Il nome è conseguente al fatto che Platone insegnava in un bosco sacro ai Greci, che lo dedicarono all'eroe Accademo.

Da qui il nome del periodico dell'Aei, per indicare "numeri e studi", "numeri e scuola", "sistema decimale incaico e pensiero dotto", cioè buoni "numeri", e buone "parole".

Meglio ancora: "Quipu & Accademia", da cui "Q&A".

 

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