"Adotteremo tutte le procedure al fine di far scattare in Italia la clausola di salvaguardia per impedire la coltivazione e la commercializzazione della patata Ogm Amflora". Lo ha annunciato il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, nel corso di una conferenza stampa durante la quale ha ribadito la propria "netta contrarietà" agli organismi geneticamente modificati. Il ministro, non nascondendo la propria 'sorpresa' rispetto alla decisione della Commissione europea di autorizzare la coltivazione dell'Amflora, soprattutto dopo 12 anni di contrarietà da parte dei precedenti commissari, ha chiarito inoltre che, nonostante la recente sentenza del consiglio di stato, "è ancora vietato seminare colture Ogm in Italia".

“La sentenza - ha affermato il ministro - obbliga di concludere la procedura legata ai piani di coesistenza da stabilire insieme alle regioni; e queste, sono dalla nostra parte. Il fatto che la Basf dichiari che la patata Amflora non sia per fini alimentari, ci preoccupa lo stesso. Infatti, i sottoprodotti per la lavorazione potranno essere utilizzati per i mangimi e quindi - ha rilevato il ministro - entrerebbero lo stesso nella catena alimentare. Dobbiamo superare la soglia dello 0, 9% consentito nei mangimi".

Anche i cittadini non guardano con favore agli Ogm: "Il 75% sono contrari - ha aggiunto - chi è invece a favore degli organismi geneticamente modificati, sottolinea che, grazie a questo tipo di sementi, si potrebbe ricavare fino al 20% in più di prodotto agricolo, risolvendo così anche la fame del mondo, ma non mi risulta esserci un accordo etico sugli Ogm, che preveda di regalare questo surplus ai paesi poveri".

"La verità - ha continuato - è che abbiamo un mercato asfittico, con speculazioni e crollo dei prezzi, e tutt'oggi si produce di più di quanto consumiamo". Zaia ha sollevato sul tema anche una questione di natura etica e morale, dicendo che nei paesi che coltivano ogm, le classi meno abbienti consumano il cibo modificato geneticamente, mentre solo i ricchi possono permettersi i cibi biologici. "Non vorremmo - ha proseguito Zaia - consegnare la nostra agricoltura alle multinazionali”.