Con l'entrata in vigore a livello comunitario dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine dell'olio di oliva si apre la strada all'etichettatura trasparente per tutti i prodotti alimentari che sono ancora anonimi, dal latte a lunga conservazione a tutti i formaggi, dalla carne di maiale a quella di coniglio ed agnello, dai succhi di frutta alle conserve vegetali.
E' quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini che ha partecipato alla celebrazione di Assisi promossa dal ministro Luca Zaia per la storica entrata in vigore a partire dal primo luglio 2009 del Regolamento (CE) N.182 del 6 marzo 2009, che obbliga ad indicare in etichetta la provenienza delle olive impiegate per produrre l'olio vergine ed extravergine di oliva in commercio.
Con la svolta dell'Unione europea, ha sottolineato Marini, cadono finalmente i presunti ostacoli alle norme già in esistenti in Italia e alle iniziative del Governo e del Parlamento a sostegno dell'obbligo di indicare il luogo di origine e provenienza della materia prima agricola utilizzata per tutti gli alimenti.
Ed è importante che l'Italia, ha precisato Marini, leader nella qualità alimentare, sia promotrice in Europa di una nuova normativa piu' attenta alla trasparenza degli alimenti per favorire i controlli e consentire ai cittadini di fare scelte di acquisto consapevoli.
Con le mobilitazioni degli ultimi anni la Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro ed extravergine di oliva. Ma l'etichetta, sottolinea la Coldiretti, resta ancora anonima per la metà della spesa.
Garantire la trasparenza dell'informazione in etichetta significa, continua la Coldiretti, una difesa anche dagli inganni a tavola dove vengono spacciati come Made in Italy cibi ottenuti da allevamenti e coltivazioni estere: tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero.
Secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (98%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti. Colmare questo ritardo, ha concluso Marini, consentirà alle nostre imprese, cooperative e consorzi agrari di valorizzare concretamente il prodotto agricolo nazionale con filiere agroalimentari Made in Italy dal campo alla tavola.