'La crisi finanziaria che ha colpito anche l’agricoltura nei fatti sta incidendo sull'offerta di finanziamenti bancari, sia come inasprimento delle condizioni, sia come restringimento dell’accesso creditizio'.
Lo ha sottolineato Andrea Vergati, membro della giunta di Confagricoltura, nell'audizione relativa all'Indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese agricole della commissione Agricoltura della Camera.
Le imprese agricole in questi anni hanno investito, malgrado le innegabili difficoltà, facendo soprattutto ricorso al credito. A determinare questa situazione hanno certamente influito i tassi contenuti degli ultimi anni, ma anche lo sforzo delle imprese verso la modernizzazione e il rinnovamento.
Tra marzo 2001 e dicembre 2007 gli impieghi in agricoltura sono cresciuti in volume, passando da 23 miliardi di euro a 36, anche se è da registrare una differenziazione degli andamenti fra le diverse aree del Paese, con trend di crescita elevati per l’Italia del nord (Nord-Est +8,3% e Nord-Ovest +6,6%), più moderati nell’Italia Centrale (+4%) e limitati nelle regioni del Sud (+2,3%).
In pratica il settore agricolo si è comportato come tutti gli altri, spingendo per investire sul 'leverage', cioè approfittando delle condizioni di finanziamento.
Tutto questo è stato fatto a tassi di mercato; la quota dei finanziamenti agevolati rappresenta, infatti, solo il 2,6% degli impieghi globali creditizi in essere per l’agricoltura (poco più di 930 milioni di euro, con erogazioni che nel 2008 si aggirano a ca. 130 milioni di euro).
Oggi, però, l’indebitamento bancario per il settore agricolo, specificatamente per le sue aziende, rischia di diventare un peso gravoso, soprattutto in questa fase di stagnazione economica e di restrizione creditizia.
D'altra parte, le indicazioni che si hanno dalla lettura dei dati aggregati ci dicono che, già ad agosto 2008, l’espansione del credito bancario, pur rimanendo sostenuta, è in netto calo (il Sud, più che il Nord, evidenzia questo rallentamento) e le ragioni sono principalmente da ascrivere ad un maggiore irrigidimento nelle modalità di rilascio dei finanziamenti da parte delle banche.
Nell’audizione alla Camera, il rappresentante della Confagricoltura ha quindi evidenziato tutta una serie di problematiche che riguardano l’accesso al credito delle aziende agricole: la mancanza di una adeguata rete di strumenti di garanzia sul credito pubblica e privata; i limiti e le contraddizioni delle misure di sviluppo rurale; la mancanza del finanziamento al Fondo di solidarietà nazionale, in particolare al sistema delle assicurazioni agevolate, e alle misure di intervento sui contributi previdenziali nelle zone svantaggiate.
'Servono misure anti-crisi per le imprese agricole', ha concluso Andrea Vergati. 'Gli interventi pubblici per l’agricoltura dovranno essere  mirati e finalizzati a superare carenze e criticità, che vincolano il mantenimento e la progressione degli investimenti aziendali'.