In relazione alle recenti notizie di stampa che danno risalto all’orientamento dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) in ordine all’assoggettabilità ad ICI dei fabbricati rurali accatastati o da accatastare, Confagricoltura esprime il proprio dissenso su tale presa di posizione, che contraddice manifestamente un indirizzo consolidato nel tempo e ormai definitivamente convalidato dalla prassi ministeriale ed amministrativa e, peraltro, supportato dalla stessa normativa.
In presenza di questa iniziativa di recupero dell’ICI da parte delle Amministrazioni comunali, Confagricoltura manifesta preoccupazione per le ricadute negative sul settore, già fortemente colpito dall’andamento dell’attuale congiuntura economica. Nel contempo non può non rilevare il disorientamento che tale ingiustificata pretesa determinerà nel mondo agricolo e che costringerà gli agricoltori, per tutelare le loro ragioni, a ricorrere massicciamente in via contenziosa.
Anche la Cia (Confederazione italiana agricoltori) è contraria a questa iniziativa: 'Sarebbe un colpo pesantissimo per le aziende agricole, che già sono alle prese con costi sempre più elevati e con prezzi in discesa. Occorre', avverte la Cia, 'che il governo intervenga in maniera tempestiva per scongiurare una tassazione del genere che interessa più di tre milioni e mezzo di fabbricati rurali, finora esenti. Serve chiarire in modo inequivocabile il senso della norma che già assoggetta i fabbricati rurali al pagamento dell’imposta mediante la tassazione dei terreni agricoli, il cui valore tiene conto del valore stesso dei fabbricati. Insomma, la stessa pronuncia della Cassazione appare alquanto carente proprio nella parte di analisi di principio che vieta la doppia imposizione'. Quindi, un’omissione rilevante, tenuto conto che il reddito dei fabbricati rurali è già incluso e sottoposto a prelievo impositivo nel reddito dominicale dei terreni.