Nelle aule delle elementari si deve cominciare a far conoscere la realtà delle campagne ai nostri bambini che mostrano profonde lacune sul lavoro dell'agricoltore, sulle colture, sugli allevamenti e sul valore nutritivo dei prodotti agroalimentari. La proposta è stata lanciata dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori) nel corso della quarta Festa nazionale dell'agricoltura a Genova, dove è stato organizzato uno spazio animazione, 'L'orto magico' dove i bambini possono entrare in contatto con la vita nelle campagne per poter conoscere il lavoro dell'agricoltore e i prodotti che si coltivano. Una proposta che non vuole entrare nel merito dell'attuale discussione sull'insegnante unico, ma è tesa ad accrescere la conoscenza dei più piccoli, verso il mondo agricolo e rurale educandoli così anche ad una corretta e sana alimentazione.
L'iniziativa della Cia nasce da due elementi molto significativi: il primo, un recente sondaggio a livello europeo dove emerge palese la scarsa conoscenza della campagna da parte dei bambini; il secondo è relativo all'aumento di bambini in soprappeso e obesi, soprattutto nel nostro Paese. Quindi, è indispensabile cercare di indirizzare i più piccoli verso una realtà, quella agricola, che racchiude un grande patrimonio non solo produttivo, ma anche culturale, sociale e alimentare e di tradizioni secolari.
 
Il sondaggio europeo: l'agricoltore, un nonno indaffarato
Veniamo ai risultati del sondaggio europeo. I bambini interpellati pensano che l'agricoltore sia un nonno indaffarato, amichevole e altruista, che le arance, le olive e le banane crescano nel Regno Unito, le pesche in Finlandia, che il cotone venga dalle pecore, che il pollo abbia quattro cosce, che lo zucchero non si sa dove venga prodotto, che le more sono delle caramelle, che l'orto sia nel supermercato.
L'immagine che i bambini hanno della coltivazione, si ricava dal sondaggio, è incentrata sugli animali. Una fattoria senza animali è quasi inconcepibile. Quasi tre quarti dei bambini europei sono stati in una fattoria almeno una volta e a quasi nove bambini su dieci la visita è piaciuta. La visita è stata più entusiasmante per i bambini spagnoli e irlandesi (64 e 59% rispettivamente), ma meno per i bambini tedeschi e italiani (35 e 27 %).
I bambini hanno difficoltà ad associare i prodotti non trattati alla loro forma finale dopo la trasformazione. Per esempio, il 50% dei bambini europei non sa da dove viene lo zucchero, tre quarti non sanno da dove viene il cotone, mentre un quarto crede che cresca sulle pecore. Un terzo dei bambini non è in grado di citare nemmeno un prodotto derivato dal girasole.
La maggior parte dei bambini entra in contatto con la produzione agricola unicamente al supermercato: solo il 10% cita la fattoria come regolare fonti di acquisti per la famiglia. Il numero è più alto in Lussemburgo e Austria (30 e 28% rispettivamente) e più basso in Irlanda (2%), Regno Unito e Spagna (3% entrambe). Quasi un quarto dei bambini non è in condizione di citare un metodo di conservazione del cibo diverso dal congelamento.
Interrogati su quali animali producono latte, tutti i bambini hanno citato le vacche. Tuttavia, tra la metà (Irlanda, Svezia e Italia) e tre quarti (Grecia) dei bambini hanno menzionato anche le capre. Inoltre, in media un bambino su due ha citato le pecore, con una frequenza che va da 1/8 in Finlandia, 1/5 in Irlanda e nel Regno Unito fino a 4/5 in Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.
Forti differenze compaiono quando ai bambini viene chiesto quali prodotti possono essere ottenuti dal latte. Il formaggio è il più citato da tre bambini su quattro. Oltre la metà dei bambini ha citato il burro e lo yogurt e quattro su dieci la crema di latte. Altri prodotti (panna montata, formaggio di latte cagliato, gelato) vengono citati meno frequentemente.
Il 71% dei bambini non sa che l'Unione europea è un’unione di Paesi che attuano una politica comune. Fra quelli che sanno che cos’è l’Unione europea, quasi tutti (95%) sanno che il loro Paese ne è membro.
Un alto livello di familiarità con l’Unione europea si ha in Italia (54%), Portogallo (42%) e Danimarca (41%). Il livello scende al 10% in Svezia e al 7% nel Regno Unito.

Progetto 'Scuola in fattoria'
Comunque, i risultati del sondaggio europeo, ricorda la Cia, mettono in luce l’esigenza di un rapporto nuovo tra il mondo della scuola e quello dell’agricoltura. Una strada che la Cia ha già intrapreso con il progetto 'Scuola in fattoria' che si sta sviluppando in tutta Italia, proprio per ampliare la conoscenza dei più piccoli verso la realtà agricola, ma anche ad una sana e corretta alimentazione.
Un’alimentazione indispensabile, avverte la Cia, per contrastare obesità e soprappeso che si riscontrano in maniera evidente soprattutto fra i bambini. I dati parlano chiaro. In Europa la situazione peggiore si riscontra in Gran Bretagna (29 per cento di soprappeso tra i 5 e i 17 anni, sia nei maschi sia nelle femmine), nei Paesi mediterranei (Cipro, Italia, Malta, Spagna) e del Portogallo. In ogni caso, per l’Organizzazione mondiale della sanità 1 ragazzo su 5 in Europa è soprappeso. Ogni anno, agli oltre 14 milioni di giovani europei in soprappeso (3 milioni dei quali obesi) si aggiungono 400 mila 'nuovi' soprappeso.
In Italia, oltre un terzo dei bambini tra i 6 e i 9 anni risulta in soprappeso o obeso (34,1%), un dato che scende al 25,4% nella fascia tra i 10 e i 13 anni, e precipita con l'adolescenza (14-17 anni) al 13,9%. Per i bambini e adolescenti italiani, al di sotto della maggiore età, l’obesità infantile, si attesta al 4% di media, ma secondo recenti studi, nel 2025, mantenedosi questa situazione, l’obesità infantile nel nostro Paese triplicherà, arrivando al 12,2%.