Il ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia ieri è salito su una mietitrebbiatrice e ha inaugurato la stagione della trebbiatura del riso con queste parole: 'Al Wto volevano uccidere il riso italiano. Ho contribuito alla sua difesa battendomi per i dazi e per una filiera virtuosa anche perché 'protetta'.
'Il rilancio di questo settore, che vede l'Italia leader in Europa con 224 mila ettari coltivati e un giro d'affari di 491 milioni di euro', spiega Zaia, 'passa attraverso la difesa in ambito comunitario di una nuova Pac. Noi siamo contrari a una regionalizzazione dei contributi  e crediamo che il nostro modello agricolo debba essere un punto di riferimento per l'Europa. Un'Europa che è stata protagonista di molte scelte dannose per la nostra agricoltura, ma mi batterò in prima persona perché questo non accada più. Oggi in Europa ci va il ministro e si batte in prima persona'.
'La storia e l'identità sono il valore aggiunto della nostra agricoltura e vanno difese. La nostra agricoltura ha i geni giusti. In Italia non dobbiamo inventarci una vocazione agricola come fa qualcun altro, la nostra vera multinazionale è quella dei contadini, che per troppo tempo sono stati abbandonati da una politica miope e distratta'.
'Il contesto nazionale vede il Piemonte leader nella produzione con 120 mila ettari coltivati a riso'
, spiega Zaia, 'seguito dalla Lombardia che ne produce sei mila  tonnellate e il Veneto che si caratterizza per  la produzione del riso vialone nano Igp'.
'Agricoltura', spiega Zaia, 'significa produzione, identità, sicurezza alimentare: elementi sempre più importanti in un contesto, come quello internazionale, che ha visto proprio in questi giorni centinaia di aziende giapponesi coinvolte nello scandalo della compravendita di riso avariato da parte della Mikasa'.
'Per quel che riguarda l'agropirateria alimentare', conclude Zaia,
'è iniziato il periodo della tolleranza zero. Per noi il cittadino va difeso fino in fondo, in questo modo si premiano anche i produttori seri e che rispettano le regole'.