'Chiediamo, quindi, la proroga delle disposizioni relative alle agevolazioni contributive per i datori di lavoro agricolo nelle zone svantaggiate e montane (circa il 40% del totale e non riguardano soltanto il Sud) e il rinvio della sospensione degli aumenti di aliquota per tutte le imprese agricole, previste fino al 31 dicembre 2008, dall’articolo 01 commi 1 e 2 della legge 81/2006. In quest’ottica, del resto, era orientato un emendamento alla manovra economica in discussione al Senato e bocciato dalla maggioranza. 'Sono misure', avverte Politi, 'indispensabili per dare agli imprenditori la possibilità di operare senza vincoli opprimenti che, senza una loro attenzione, possono avere riflessi sulla stessa gestione aziendale'.
'Finora', rimarca il presidente della Cia, 'da parte del governo non è stato espresso alcun impegno. Vogliamo, pertanto, risposte pronte ed immediate. Su un argomento del genere non si può continuare a tergiversare. Ci vuole concretezza. Lo impone uno scenario, quello agricolo, sempre più costellato da oscure nubi e da prospettive incerte'.
'Oltretutto', sottolinea Politi, 'le imprese vengono da una fase di ristrutturazione dei debiti previdenziali che ha permesso la regolarizzazione. Ora se non si interviene, c’è il pericolo di appesantire ulteriormente l’onere contributivo per le imprese e di impedire un rilancio dello sviluppo e della stessa competitività'.
'Il costo del lavoro', sostiene Politi, 'è uno dei fattori che maggiormente incidono sull’attività imprenditoriale agricola. La sua crescita avrebbe, quindi, pesanti ripercussioni. A ciò va aggiunto, inoltre, il forte aumento dei costi dei fattori produttivi: +10, 4% a giugno scorso. Incremento alimentato dai rincari dei concimi (+50%), dei mangimi (+15,3%) e dei carburanti (+12,4%). Da qui l’urgenza di intervenire in maniera adeguata. Il governo deve passare subito dalle promesse ai fatti'.
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