L’indagine  diffusa dall’Istat che registra una diminuzione reale dei consumi delle famiglie non può non preoccupare le imprese, anche quelle agricole e agroalimentari. Lo sottolinea Confagricoltura che evidenzia come dalla ricerca emerga che  le famiglie stiano adottando strategie di risparmio e razionalizzazione, diminuendo i consumi in quantità e/o qualità.
'Per quanto riguarda i beni alimentari si riducono cibi di qualità superiore e, in generale, diminuiscono soprattutto i consumi di carne, frutta, pasta, pane. Certo', ricorda Confagricoltura, 'influiscono anche i nuovi modelli alimentari che stanno avanzando, le modalità dei consumi (spesso fuori casa per esigenze lavorative), gli aspetti dietetici e salutistici. Preoccupa, però, l’acquisto di prodotti di qualità inferiore denunciato, attraverso l’indagine dell’Istat, da elevate percentuali di consumatori'.
La situazione, ad avviso di Confagricoltura, va analizzata in tutte le sue molteplici sfaccettature. Se il consumatore sta tendendo a razionalizzare, a spendere in modo più appropriato e consapevole (meno primizie e più prodotti di stagione, ad esempio) ciò può anche essere visto favorevolmente; se il consumatore, invece, tende ad eliminare dai suoi consumi alcuni prodotti (tra l’altro basilari nella dieta mediterranea) ciò deve essere motivo ulteriore di preoccupazione, ancor più se lo fa quasi esclusivamente per motivi di bilancio. 'Tutto ciò, comunque', dice Confagricoltura, 'suona come un campanello d’allarme e deve far riflettere. Bisogna favorire un’agricoltura nazionale, puntando anche su quelle produzioni, come le commodities, per le quali siamo fortemente dipendenti dall’estero e che subiscono oscillazioni di prezzo condizionate dai mercati internazionali. Una scelta da farsi per motivi di qualità, salubrità, sicurezza alimentare, ma anche di bilancio familiare'.