Il caro-petrolio non ha effetti devastanti solo per gli automobilisti, con gli aumenti record di diesel e benzina verde. A farne le spese sono anche le imprese agricole che, in questi ultimi mesi, fanno i conti con un aumento boom dei costi produttivi.
Solo in aprile l'incremento è stato del 9% rispetto all'analogo periodo del 2007. Hanno ormai raggiunto livelli vertiginosi i concimi, i mangimi, gli antiparassitari e i prodotti energetici. Pure per le sementi hanno toccato elevati picchi. E così ancora una volta gli allevamenti zootecnici e i cereali risultano essere i settori più colpiti.
A sottolinearlo è  la Cia (Confederazione italiana agricoltori) allarmata per una crescita che rischia di ridurre ulteriormente le capacità competitive degli agricoltori italiani che corrono inoltre il pericolo di vedere di nuovo 'tagliati' i loro redditi. I dati di aprile scorso dimostrano chiaramente che i rincari hanno praticamente coinvolto tutti i fattori di produzione agricola. 'Sulla base delle ultime rilevazioni dell'Ismea, emergono', evidenzia la Cia, 'aumenti stellari per i concimi del 33,8%, per i mangimi del 21,3%, per i prodotti energetici del 6,9% (più 7,1 % per i carburanti, più 10,2% per i lubrificanti, più 4,9% per l'energia elettrica), delle sementi del 4,3%, degli antiparassitari del 2,8%. Soprattutto a causa dei forti rincari dei mangimi, è la zootecnia', avverte la Cia, 'uno dei settori a registrare le conseguenze più negative. Per i mangimi bovini si è avuto un aumento dei costi del 17,5%, per quelli suini del 16,3%, per quelli ovicaprini dell'11,6%, per quelli del pollame dell'10,9% e per quelli dei conigli del 13,1%. Sempre nel contesto dei mangimi, un vero e proprio record', conclude la Cia, 'è stato raggiunto da orzo e cruscami con un più 35,5%. Consistente anche l'incremento per panelli e farine (24%)'.
 
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