Vendite: il mercato interno ristagna (+0,9%)
La stagnazione della produzione alimentare si radica nella debolezza del mercato interno. La capacità di acquisto dei consumatori infatti rimane scarsa, mentre i prezzi al consumo salgono, e deprimono ancor più il mercato, sulla spinta dei maggiori costi di produzione legati, in gran parte, all'impennata delle quotazioni dei cereali e del latte. Il settore si trova, perciò, in una 'stretta' che promette di permanere almeno per tutta la prima metà del 2008. La crescita del fatturato delle vendite alimentari del 2007 si ferma così al +0,9%, contro il +1,8% del 2006. Va sottolineato che si tratta di crescite in termini monetari, che significano, per il 2007, un'erosione in termini quantitativi prossima al -2%.
I trend dei prezzi alimentari alla produzione, e in misura minore al consumo, registrano da sempre crescite costantemente inferiori all’inflazione. La seconda parte del 2007 ha visto tuttavia accelerazioni improvvise e lo 'sforamento' da parte di entrambi del tasso d'inflazione. La pressione dei maggiori costi di produzione, legata all’impennata delle quotazioni esogene di alcune commodity agricole (cereali e latte in primis), è stata incontenibile. Al consumo i prezzi dell'alimentare trasformato sono saliti così del +4,1% nel confronto dicembre 2007/2006, mentre i prezzi alla produzione hanno registrato, in parallelo, un tasso più che doppio, pari al +9,0%. Gran parte della crescita dei prezzi alla produzione è maturata nel secondo semestre dell’anno. Basta dire che, nel periodo giugno-dicembre, essa è stata pari al +7,2%. In parallelo, l'inflazione ha registrato un aumento del +2,6% sui dodici mesi e del +1,5% negli ultimi sei mesi.
L'export 2007 dell’industria alimentare evidenzia un bilancio confortante. In chiusura d’anno le esportazioni del settore dovrebbero toccare infatti la quota di 18 miliardi, con aumento del +8% circa sul 2006, in linea con l’anno precedente, quindi l'incidenza dell’ export sul fatturato del settore ha finalmente raggiunto il 16% avvicinando la media europea del 18%.
Significative le performances all’estero di alcuni comparti. La birra è cresciuta nel periodo del +44,9%, l’alimentazione animale del +29,4%, il caffé del +16,7%, il lattiero-caseario del +15,9%, il riso del +13,6%. Ma sono riusciti a registrare dinamiche significative anche comparti già molto export-oriented (quindi dotati, in teoria, di margini inferiori di ulteriore espansione), come: la pasta (+11,6%), la trasformazione di frutta (+13,6%) e di ortaggi (+12,1%), le acque minerali e gassose (+10,0%), il dolciario (+7,4%). E, soprattutto, come il comparto leader dell'export, quello enologico, che copre oltre 1/5 dell'intero export alimentare e ha segnato un +9,0%.
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Fonte: Federalimentare