'Occorre ridare centralità e vigore alla politica agricola comunitaria, anziché tentare di ridimensionarla e neutralizzarla', lo chiedono Confagricoltura, gli agricoltori europei e la particolare situazione dei mercati, che potrebbe essere destinata a durare. 'Bruxelles, invece', ha detto il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni, intervenendo alla Fiera di Cremona, per ‘Vegetalia’, 'dopo le numerose riforme degli ultimi anni, propone ancora una volta di modificare il quadro degli interventi, con una verifica dello ‘stato di salute’ della Pac. Ad avviso di Confagricoltura, le proposte della Commissione europea non sono né condivisibili, né tempestive'.
Si ipotizza, infatti, di intervenire con una serie di cambiamenti radicali, quando invece sarebbe stato opportuno attendere quanto meno la naturale scadenza del periodo di programmazione finanziaria. E mentre occorrerebbero risorse e strumenti nuovi ed ambiziosi per cogliere le sfide di un'economia che punta alla crescita come contributo allo sviluppo complessivo del pianeta, Bruxelles propone la riduzione e la ridistribuzione dei pagamenti diretti agli agricoltori, senza delineare una vera strategia per lo sviluppo della competitività. 'All'agricoltura europea', ha detto il presidente Vecchioni, ' serve stabilità, delle norme, delle condizioni di mercato e degli strumenti di intervento. Il tutto per continuare a garantire l'approvvigionamento di derrate alimentari di qualità, la gestione del territorio e del paesaggio, la tenuta dell’occupazione, a beneficio dei cittadini e del Paese'. Confagricoltura crede che si debba e si possa giungere ad una posizione comune italiana, con un processo di dialogo e confronto a tutto campo tra i vari soggetti del mondo agricolo, compresi i sindacati dei lavoratori. 'Un processo di cui ci siamo fatti promotori già da alcuni mesi', ha detto il presidente Vecchioni, 'e che speriamo presto possa tracciare le priorità del negoziato, da sostenere  in tutte le sedi istituzionali da parte del nostro Governo'.