L'allarme prezzi lanciato per il 2008 dalla Bce prefigura un cambiamento delle gerarchie nell'economia e un ruolo nuovo per l'agricoltura nei prossimi anni, sia nella fornitura di beni alimentari che come opportunità per lo sviluppo di alternative energetiche. E' quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare il bollettino mensile della Bce che evidenzia per il 2008 pressioni dei prezzi al rialzo “riconducibili ai forti aumenti dei prezzi del petrolio e dei beni alimentari registrati negli ultimi mesi'' con l'inflazione che si manterrà ''al di sopra del 2%'' nei prossimi mesi, per poi ''gradualmente'' tornare ''su valori moderati nel corso del 2008''. Si tratta di una analisi coerente con quella della Banca mondiale che prevede una crescita mondiale rallentata nel 2008 al 3,3% e con quella dell'International Food Policy Research Institute che stima una riduzione del 16% della produzione agricola mondiale per il 2020 con l‘effetto di un aumento stabile dei prezzi internazionali. Secondo l'Istituto è finito il tempo dei prodotti agricoli a buon mercato e si sta registrando un'inversione di tendenza strutturale. Le cause sono da ricercare nei cambiamenti del clima che provocano una riduzione delle terre coltivate e un calo delle rese produttive, nella domanda crescente di prodotti a base di latte e carne da parte di Paesi emergenti come India e Cina, ma anche nello sviluppo dei biocarburanti ottenuti dalle coltivazioni agricole. Ad essere influenzati soprattutto i cereali e i prodotti trasformati come pane e pasta, ma anche la carne e il latte ed i suoi derivati.