I nuovi forti rialzi registrati dai prezzi dei prodotti alimentari (+4,1% a dicembre rispetto allo scorso anno) confermano che siamo in presenza di rincari selvaggi e di pure speculazioni, in quanto le quotazioni sui campi negli ultimi mesi si sono mantenute stabili e per alcuni settori, come quello dei cereali, dopo gli aumenti dell'estate, si sono avute diminuzioni del 25%. A sottolinearlo è la Cia - Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati resi noti oggi dall'Istat sull'andamento dell'inflazione. Per la Cia appaiono ingiustificati gli aumenti per generi di prima necessità, come il pane, la pasta, il latte e l'ortofrutta. Sono incrementi che hanno determinato, negli ultimi tre mesi, una flessione media dell1,5-2% dei consumi agroalimentari. In particolare, hanno tagliato gli acquisti di pasta (meno del 5,5%) e pane del 6,5%. Non solo. Sono diminuiti gli acquisti domestici di frutta del 3,9%, di ortaggi del 2,3%, dei lattiero-caseari dello 0,9%. La Cia rileva che i prezzi si gonfiano in maniera abnorme nei passaggi dal campo alla tavola con aumenti anche di 20 volte. Una filiera troppo lunga e complessa che genera distorsioni e, spesso, incrementi artificiosi. Un trend che anche in dicembre si  riscontrato in maniera tangibile.