Sarà colpa dei pochi soldi, dei rincari o dell’incertezza per la situazione economica. Sta di fatto che gli italiani stringono la cinta a tavola. Così anche nel 2007 i consumi per l’alimentazione hanno fatto registrare un calo sul 2006 dell’1,8%, con un crollo per il pane, la pasta e gli ortofrutticoli. Segni negativi anche per le carni, per il latte e i suoi derivati. E’ quanto si ricava dalle previsioni della Cia - Confederazione italiana agricoltori. La tendenza al ribasso si confermata in maniera a causa dei listini troppo cari. Gli acquisti alimentari sono stati più oculati e ridotti quelli ritenuti superflui. Per i consumi domestici si dovrebbero spendere 134 miliardi di euro, pari a circa il 20% dei consumi totali delle famiglie italiane. Pesante flessione nei consumi di prodotti ortofrutticoli: -7%. Si registra solo un incremento nei consumi di IV e V gamma che a fine anno dovrebbero crescere del 10%. L’impennata nei prezzi al consumo è una delle cause dei minori acquisti di frutta e verdura. Per la frutta si spenderanno oltre 3,2 miliardi di euro; per gli ortaggi 2,6 miliardi. Gli acquisti di prodotti ortofrutticoli hanno un’incidenza sulla spesa del 18%, seconda voce dietro alle carni (21,9%) e davanti al pane e ai trasformati di cereali (17%). Le carni sono in calo del 1,2%. Il pane dovrebbe segnare un crollo superiore al 7%, la pasta del 4,5%. L’olio d’oliva dovrebbe registrare una diminuzione dell'1,8%, il burro del 2,1% e la margarina del 25%. La cautela dei consumatori ha interessato un tutte le tipologie distributive. Le famiglie italiane hanno preferito acquistare nei supermercati, negli ipermercati e nei discount, anche se si registra una leggera crescita negli acquisti presso i mercati rionali.