Gli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari (+3,4% ad ottobre sul 2006), gonfiati da rincari selvaggi e speculazioni, hanno “tagliato” gli acquisti di pasta (-5,6%) e pane del 6,2%. A sottolinearlo è la Cia - Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati resi noti dall’Istat sull’inflazione. La Cia evidenzia che gli aumenti registrati dagli alimentari negli ultimi mesi, rilevanti per alcuni settori, sono ingiustificati, poiché le quotazioni sul campo sono stazionarie. Neanche la crescita dei listini del grano sui mercati internazionali (nelle ultime settimane ci sono state addirittura riduzioni delle quotazioni) ha potuto determinare i rincari di pane e pasta. Questi incrementii hanno causato una flessione media dell’1,5/2% dei consumi agroalimentari. Oltre a pane e pasta, si sono avute diminuzioni negli acquisti domestici di frutta del 3,6%, di ortaggi dell’1,7%, dei lattiero-caseari dello 0,9%. E così la Cia rileva che i prezzi si “gonfiano” in maniera abnorme nei vari passaggi dal campo alla tavola. Una filiera troppo lunga e complessa che genera distorsioni e, spesso, aumenti artificiosi. Un trend che in ottobre si è riscontrato per i prodotti derivati dai cereali (in particolare pane +10,3% e pasta +6,4%), nell’ortofrutta (+5,3%) e nel settore lattiero-caseario (+5%).