In campo e in tavola vince il biologico. Nel 2006 si è avuta, rispetto all’anno precedente, una crescita del 7,5% delle superfici (1.147.589 ettari) coltivate a “bio”, mentre gli acquisti domestici nei primi sei mesi del 2007 sono aumentati dell’8,9%, con una spesa al dettaglio pari ad oltre 164 milioni di euro. E’ quanto evidenzia la Cia - Confederazione italiana agricoltori sulla base dei dati del Panel Ismea/ACNielsen. "Sono dati - commentano Cia e la sua associazione Anabio - che confermano lo sviluppo continuo nel settore. E’ la riprova che i prodotti “bio” fanno breccia tra gli italiani che li preferiscono a quelli tradizionali. Nello stesso tempo aumentano gli agricoltori che scelgono questo tipo di coltivazione". Si rileva un incremento del 2,4% degli operatori che hanno raggiunto le 51.034 mila unità, di cui 45.089 produttori, 4.734 trasformatori, 194 importatori e 1.017 altri. La loro distribuzione vede Sicilia e Calabria tra le regioni con maggiore presenza di aziende biologiche. Gli produttivi interessano foraggi, prati, pascoli, cereali, che nel loro insieme rappresentano il 70% circa della superficie ad agricoltura biologica. Seguono le superfici investite ad olivicoltura. Queste cifre confermano il primato “bio” dell’Italia in Europa, con il 18% degli oltre 6 milioni di ettari a conduzione biologica. Seguono Germania e Spagna. Per quanto riguarda i consumi domestici, a dare forza al “bio” hanno contribuito latte e derivati (+7,8%), ortofrutta fresca e trasformata (+21,8%), bevande analcoliche (+8,4%), uova (+7,9%) e riso e pasta (+15,5%). Gli aumenti più consistenti nel Nord-Ovest, con un +17,7%, gli ipermercati registrano un incremento delle vendite del 12,6%, i discount dell’8,5% e i supermercati del 7%.