Ci sono forti ragioni di ritenere che i prezzi rimarranno in futuro più alti, dal 20 per il manzo al 50% per il formaggio, rispetto agli ultimi 10 anni a causa delle riforme di politica agricola, della domanda di cibo nelle economie emergenti e dell'espansione dei biocarburanti a livello globale. E' quanto emerge dalla relazione di Stefan Tangermann, direttore del Commercio e dell'Agricoltura dell'Ocse intervenuto ai lavori del Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione di Cernobbio, organizzato da Coldiretti e Studio Ambrosetti. All'origine del fenomeno del caro prezzi sui mercati internazionali secondo l'analisi del rappresentante dell'Ocse ci sono condizioni congiunturali come i cambiamenti climatici, i cali produttivi neiPaesi esportatori, i bassi livelli delle riserve ma anche fattori a lungo termine come la crescita della domanda di cibo e l'espansione dei biocarburanti. Le proiezioni sull'andamento dei prezzi dei cereali da qui al 2016 indicano che dopo i picchi registrati nel 2007, i prezzi scenderanno leggermente per assestarsi su quote alte: il frumento sui 180 dollari a tonnellata, il mais sui 140 dollari/tonn, il riso sui 320 dollari a tonn e l'olio di semi sui 300 dollari a tonn. Per quanto riguarda carne e latticini, le previsioni danno la carne a quota 300 dollari al quintale, la carne di maiale a 160 dollari al quintale, la carne di pollo a 170 dollari al quintale, il burro a 220 dollari al quintale, il latte in polvere sui 250 dollari al quintale. Sul fronte dei carburanti da coltivazioni agricole il rappresentante dell'Ocse ha sottolineato come dal 2006 al 2007 la produzione di frumento e di altri cereali è diminuita di circa 30milioni di tonn, mentre quella di cereali per la produzione di etanolo è aumentata di oltre 15milioni di tonn. Le proiezioni da qui al 2016 elaborate dallo studioso indicano che nell'Ue saranno utilizzati per il carburante verde il 12% del grano e il 55%dell'olio di semi.