La spesa alimentare delle famiglie italiane cresce in valore, ma cala in quantità. Crollano i consumi di pane (-5,6%), di pasta (-4,8%), di carne bovina (-3,9%) e suina (-5,7%), di frutta (-3,2%), di ortaggi (-1,4%), di latte (-3%). A lievitare, invece, sono gli euro spesi per gli acquisti: si registra un aumento dei prezzi tra il 5 e l’8%. A segnalarlo è la Cia - Confederazione italiana agricoltori anche sulla base dei dati dell’Osservatorio consumi Ismea-ACNielsen dei primi sette mesi dell’anno rispetto all’analogo periodo del 2006. Il quadro che emerge è preoccupante. Davanti alla lievitazione dei prezzi dei prodotti di largo consumo, le famiglie sono state costrette a tagliare gli acquisti. Nonostante ciò, però, gli euro spesi per la tavola sono continuati a crescere. La spesa mensile necessaria si è attestata a luglio scorso sui 3.381 milioni di euro, con una crescita del 5% rispetto al 2006. Aumenti dei prezzi si registrano per i derivati dei cereali (+5,2%), della carne (+5%), dei salumi (+4,8%), delle uova (+4,7%), del latte e dei suoi derivati (+3,6%). Pane, pasta e latte sono i settori che più degli altri hanno avuto rincari considerevoli, ai quali si è contrapposto un evidente calo negli acquisti domestici di luglio. Nella composizione della spesa al primo posto la voce carne, salumi, uova (23,5%), seguita da latte e derivati (18,0%),  all’ortofrutta (16,9%), dai derivati dei cereali (15,0%), dai prodotti ittici (8,8%), dalle bevande analcoliche (5,9%), da quelle alcoliche (5,0%), da olio e grassi (3,5%), da zucchero, sale, caffè e thè (2,8%).