I dati Istat di settembre sull’andamento dell’inflazione confermano che sul fronte dei prezzi alimentari (+2,9%) si sono scatenati rincari selvaggi e speculazioni. A sottolinearlo è la Cia - Confederazione italiana agricoltori la quale ricorda che tali aumenti, rilevanti per alcuni settori (è il caso di pane, pasta e ortofrutta) sono ingiustificati, poiché le quotazioni all’origine hanno registrato, rispetto allo scorso anno, un calo generalizzato del 2,5%. Neanche la crescita dei listini del grano sui mercati internazionali può determinare gli incrementi per pane e pasta, che hanno determinato una flessione media di oltre 2% dei consumi agroalimentari. La Cia rileva che i prezzi si “gonfiano” in maniera abnorme nei passaggi dal campo alla tavola. Una filiera troppo lunga e complessa che genera distorsioni e aumenti artificiosi. Un trend che in settembre si è riscontrato in maniera tangibile per i prodotti derivati dai cereali (in particolare pane - +7,35 - e pasta - +4,5%), nell’ortofrutta (+5,6%) e nel settore lattiero-caseario (+3,4%).