Gli aumenti della pasta e del pane non trovano alcuna giustificazione. Gli incrementi non hanno nessun riscontro con i fortissimi rincari che si sono avuti al dettaglio. Siamo in presenza di speculazioni e di rialzi selvaggi. E’ quanto segnala la Cia - Confederazione italiana agricoltori. Quello che sta avvenendo in questi giorni danneggia i consumatori e gli agricoltori che vedono lievitare a dismisura, lungo tutta la filiera dal campo alla tavola, il prezzo praticato alla produzione. La Cia ricorda che, in Italia, il prezzo del grano è come quello praticato 20 anni fa, quando era pari a 50 mila lire al quintale, mentre oggi è pari a 26 euro. I rincari che si stanno avendo al consumo appaiono fuori luogo e ingiustificati. I prezzi praticati sui campi  si “gonfiano” in maniera abnorme nei passaggi che portano alla vendita al dettaglio. E questo non avviene solo per pane e pasta. Si riscontra nell’ortofrutta e nel latte. Settori in cui nella filiera si possono avere rincari anche superiori al 900%.