In Italia i prezzi aumentano in media di cinque volte dal campo alla tavola. E' quanto afferma la Coldiretti che ha raccolto le giuste sollecitazioni delle associazioni dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) con iniziative di sostegno allo sciopero della spesa in molte piazze, a partire da Montecitorio a Roma.
"L'obiettivo della partecipazione degli agricoltori - precisa la Coldiretti - è infatti quello di promuovere maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi e nell'informazione sull'origine dei prodotti per combattere le speculazioni in agguato a danno delle imprese agricole e dei consumatori. Fenomeni che - continua la Coldiretti - provocano il crollo dei consumi, come dimostrano gli acquisti della pasta che sono calati del 5,6 per cento e quelli del pane del 6,1 per cento, secondo i dati Ismea- Ac Nielsen relativi ai primi cinque mesi del 2007. Se - sottolinea la Coldiretti - dal grano (0,22 euro/kg) al pane (2,7 euro/kg) l’aumento del prezzo è del 1100 per cento, dal grano (0,22 euro/Kg) alla pasta fresca (4,5 Euro/Kg) la crescita è del 1900 per cento. Dal latte fresco alla stalla (0,35 euro/litro) a quello nella tazza (1,4 euro/litro) l’incremento è, invece, del 300 per cento uguale a quello medio che si verifica per l’ortofrutta secondo l’Antitrust. E altri esempi non mancano - continua la Coldiretti - come il maiale che dalla stalla (1,1 euro/kg) alla braciola in macelleria (8 Euro/kg) aumenta il proprio prezzo del 600 per cento, mentre il costo di uva e olive incide rispettivamente per un quarto e un terzo del costo complessivo di vino e olio. La realtà è che dei circa 467 Euro al mese che ogni famiglia destina per gli acquisti di alimenti e bevande oltre la metà - sottolinea la Coldiretti - per un valore di ben 238 Euro (51 per cento) vanno al commercio e ai servizi, 140 (30 per cento) all'industria alimentare e solo 89 (19 per cento) alle imprese agricole".
"Le stesse variazioni nel tempo dimostrano che i prezzi dei prodotti alimentari al consumo hanno un andamento divergente rispetto a quelli alla produzione. Ad esempio - precisa la Coldiretti - è aumentato del 419 per cento il prezzo del pane negli ultimi venti anni nonostante quello del grano sia continuamente diminuito e oggi risulti addirittura inferiore a quello pagato agli imprenditori agricoli nel 1985. Le statistiche dimostrano - sottolinea la Coldiretti - che nel tempo i prezzi del grano hanno avuto un andamento opposto a quello del pane, della pasta e dei dolci e che mentre i primi diminuivano i secondi hanno continuato ad aumentare senza quindi alcuna correlazione con la materia prima".