“L’agricoltura italiana mostra ancora evidenti segni di affanno. L’andamento produttivo, il calo accentuato dei prezzi praticati sui campi, i redditi degli agricoltori che continuano a calare, i costi in forte crescita per le imprese, confermano un panorama molto complesso e a tinte oscure. Un quadro che ha bisogno di una scossa, di una politica nuova di svolta alla quale potrà contribuire la Conferenza nazionale. Ma delle questioni ora sul tappeto il governo dovrà tener conto fin dalla finanziaria per il 2008”. Così si è espresso il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito ai dati sul Pil del secondo trimestre 2007 che registrano, rispetto al trimestre precedente, un calo congiunturale del valore aggiunto del settore agricolo pari al 2,4% e una crescita tendenziale, rispetto all’analogo periodo del 2006, dell’1,8%. “Il trend dell’agricoltura - ha aggiunto Politi - è in linea con il rallentamento generalizzato dell’economia nazionale, anche se i problemi del settore rischiano di aggravarsi se non si interviene”. “Nel primo trimestre dell’anno si erano avuti segnali di crescita, che però adesso non sono stati confermati. Nelle campagne italiane si continua a respirare un’aria di malessere. Gli agricoltori vengono da due anni (il 2005 e il 2006) di pesante crisi strutturale e con una competitività in costante frenata”. “Per questa ragione - ha avvertito Politi - insistiamo sull’esigenza di adottare politiche nuove per valorizzare l’attività imprenditoriale agricola. La prossima finanziaria dovrà affrontare i nodi di fondo che comprimono il settore".