Si produrranno 44-45 milioni ettolitri di vino, oltre il 10% in meno rispetto al 2006 (quando si registrarono circa 50 milioni di ettolitri), con conseguenze sulle contrattazioni che saranno caratterizzate da aumenti dei prezzi all'ingrosso e inevitabili ripercussioni sui prezzi al dettaglio. La qualità sarà, comunque, buona. La vendemmia 2007 - sottolinea la Cia - Confederazione italiana agricoltori - sarà ricordata come una delle più anticipate degli ultimi 50 anni. Il caldo intenso e l’irraggiamento in luglio ha provocato danni sulle uve perché quelle più esposte sono risultate cotte. Molto più avanti rispetto alle medie degli anni passati sono risultate le operazioni di raccolta. In alcune zone sono iniziate nella prima decade di agosto, con un anticipo che va dai 10 ai 20 giorni. Questa è stata anche la conseguenza di un inverno mite e meno piovoso degli ultimi decenni, a cui sono seguiti un mese di aprile molto caldo, e quelli di luglio ed agosto, in particolar modo nel Centro-Sud, torridi con temperature elevate al Sud e nella media al Nord. Il decremento produttivo ha le sue massime punte nel Sud Italia ed in particolare in Sicilia dove si raggiungono punte anche di meno 50% rispetto allo scorso anno. Dati negativi anche per l'Abruzzo: -20% nella produzione, per le Marche con -15%. Cali del 13% si hanno nella produzione nell’area dell’Oltrepo Pavese, del meno 5% in Veneto (area del Soave). Alcune tipologie di uva, quali quelle per la produzione dell'Amarone e Valpolicella, sono state dichiarate perse dai produttori della zona fino al 90 per cento, a causa delle forti grandinate verificatesi negli ultimi giorni di agosto. In controtendenza le stime del Friuli Venezia Giulia, dove si prevede una produzione superiore del 10% rispetto al 2006, accompagnata da un'ottima qualità dell'uva.