I continui allarmi sui rincari delle materie prime alimentari e sulle conseguenze sui prezzi al consumo, inducono Confagricoltura ad ulteriori precisazioni: "Si parla dei rincari solo di alcuni prodotti, ma si tace del brusco calo delle quotazioni all’origine che ha interessato produzioni come l’olio di oliva, la carne e l’ortofrutta. Vanno valutate le tendenze di lungo periodo: è evidente il contenimento dei prezzi agricoli all’origine che prosegue da diversi anni e che fa della fase di produzione uno dei fattori che contribuisce maggiormente al contenimento dell’inflazione. Fatto pari a 100 il prezzo alla produzione dell’agricoltura nel 2000, dopo 6 anni l’aumento riscontrato è di soli 6 punti percentuali, un incremento dell’1% medio annuo. Per i cereali l’incremento è stato contenuto entro il 3% e per i prodotti lattiero caseari, dei cui aumenti si discute tanto, si è addirittura registrata una flessione del 4,5%. Siamo in una fase di recupero, rispetto ad un periodo di prezzi molto contenuti. La tendenza all’aumento dei prezzi di medio termine è inferiore all’andamento dei costi di produzione, che sono cresciuti del 13,9% nello stesso periodo. “La ‘ragione di scambio’ è peggiorata tantissimo per gli agricoltori - ha concluso il presidente di Confagricoltura Vecchioni -. Si discute tanto delle variazioni dei prezzi al consumo, ma poco o nulla di questa situazione oggettiva che le imprese agricole devono fronteggiare”.