I prezzi al consumo degli alimentari crescono, ma sui campi è ancora netta discesa (meno 1,9 per cento nel primo quadrimestre). Quindi, i rialzi registrati sugli scaffali (più 2,7 per cento tendenziale) risultano del tutto ingiustificati. A rilevarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha commentato negativamente i dati Istat sull’inflazione a maggio e ha ricordato come per i prodotti agricoli all’origine il 2007, fin dal mese di gennaio, è stato contraddistinto sempre dal segno negativo.
I dati Istat sull'inflazione confermano inoltre l'importanza del settore primario. "Ancora una volta -ha commentato la Cia- l'agricoltura ha contribuito a frenare il costo della vita. La discesa dei prezzi nelle campagne non ha infatti influito in positivo sul dettaglio agroalimentare, i cui aumenti sono tra i più alti fra i settori presi in esame dall’Istat. Per quanto riguarda i prezzi praticati sui campi -ha avvertito la Cia- a determinare il “raffreddamento” del primo quadrimestre è stato, soprattutto, il clima mite che ha alterato i cicli vegetali, in particolare per gli ortaggi, generando squilibri sui mercati. Distorsioni che hanno avuto ricadute pesanti sugli stessi redditi degli agricoltori".