“Non mi pronuncio a favore o contro gli Ogm, dico soltanto che il mondo ha scelto e l’Italia non è un’isola. Questa è indubbiamente una strada che potrebbe dare al nostro Paese interessanti risposte; bisogna però tranquillizzare l’opinione pubblica spaventata dal ‘Frankestein-food’.” Lo ha sottolineato il presidente nazionale della Confagricoltura, Federico Vecchioni, intervenendo a Vicenza al convegno - organizzato dagli imprenditori agricoli vicentini – sulla ricerca in agricoltura e sul ruolo delle biotecnologie. Vecchioni ha ricordato come alcuni giorni fa si sia registrata un’importante novità: le imprese biotecnologiche italiane hanno sottoscritto un impegno a non perseguire lo sviluppo di nuovi brevetti di piante geneticamente modificate ottenute incrociando geni di specie animale e, meno che mai, umana. “Bisogna sottolineare ai consumatori che gli Ogm di prima generazione sono stati abbandonati – ha detto Vecchioni - si punta solo su quelli di seconda generazione che sono intraspecie vegetale, cioè senza incroci tra specie vegetali, con quelle animali ed umane che giustamente spaventano". A fronte dell’impegno delle imprese biotecnologiche il ministro per le Politiche agricole si è impegnato ad autorizzare nove protocolli di ricerca per piante vegetali. “Ho apprezzato la decisione del ministro che come me è molto prudente in questo settore - ha commentato Vecchioni -. Ma è consapevole, come lo sono anch’io, che la ricerca biotecnologica va incentivata e non ostacolata o, addirittura interrotta come è avvenuto in passato. Va proseguita come avviene in tutti i grandi Paesi europei. Naturalmente deve essere una ricerca condotta con serietà e che sia aperta e pronta a dissipare ogni ragionevole dubbio dei produttori e dei consumatori”.