"La dichiarazione dello stato d’emergenza per la situazione delle risorse idriche era necessaria, ma la nuova fase che si apre deve essere gestita con il più ampio coinvolgimento degli agricoltori". Così Confagricoltura commenta la decisione assunta dal Consiglio dei ministri.  Gli imprenditori agricoli si augurano che lo stato di emergenza porti ad un piano preordinato di provvedimenti per la gestione delle risorse idriche disponibili, seguendo l’evoluzione nei prossimi mesi; ovviamente i più delicati sul fronte dei consumi, non solo irrigui, ma anche energetici. Secondo le anticipazioni raccolte, per quanto riguarda l’agricoltura, si prevede la sospensione di nuove concessioni di prelievo, un piano straordinario di controllo da parte del Corpo Forestale dello Stati sui prelievi irregolari e, soprattutto, una riduzione dei consumi, lungo l’asta del Po, per un massimo di 130 milioni di mc, stimabili in circa l’8% dei consumi ordinari. "Si tratta - commenta Confagricoltura - di un contributo pesante che il settore viene chiamato a dare per far fronte alla situazione di emergenza, riducendo gli utilizzi nella fase più delicata dei cicli colturali. Occorrerà perciò grande equilibrio nella gestione dei quantitativi disponibili, da mettere in relazione alle diverse situazioni che si registrano sul territorio". Si conferma che è il bacino del Po a presentare i sintomi più gravi.