Secondo i dati congiunturali diffusi in questi giorni dall’Oiv (Organizzazione internazionale della vite e del vino), nel 2006 si sono registrati nel mondo aumenti nella produzione e nel consumo del vino. Per quanto riguarda la coltivazione, a fronte di una ulteriore diminuzione del vigneto europeo, cresce quello dei Paesi terzi, mentre aumenta di poco la produzione di vino in Europa e nel mondo e un incremento si registra nel consumo. E’ quanto evidenzia la Cia - Confederazione italiana agricoltori. Dai dati diffusi dall’Istat, l'Italia a gennaio 2007 si conferma primo esportatore di vino mondiale con un incremento, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che supera il 25% in valore ed il 30% in quantità, per 208.889.421 Euro, cifra mai raggiunta in passato, neppure con le rivalutazioni monetarie del caso, e 1.325.122 ettolitri, superati solo nel 1995 e nel 1999, anni di export record in quantità. Nello stesso periodo aumentano le importazioni con un più 70% in valore e più 67% in quantità, raggiungendo i 20 milioni di euro e i 167 mila ettolitri. Un dato significativo - precisa la Cia - sta nell’aver doppiato il numero dei paesi raggiunti dal vino italiano che erano poco meno di 90 dieci anni fa e sono quasi 180 sui 199 oggi esistenti. Tuttavia, l’insidia della moneta europea troppo forte è alle porte e potrebbe indurre i Paesi che pagano in dollari ad affezionarsi ai vini dei Paesi non appartenenti all’area dell’Euro (Australia, Usa, Argentina, Cile e Sud Africa) che hanno iniziato una nuova fase di espansione.