“Qualità e vastità della gamma produttiva. Se questi sono stati e continuano ad essere i più importanti fattori di successo delle esportazioni italiane di vino, questo deve valere anche per l’olio extravergine di oliva, dove il made in Italy si contraddistingue per il suo panorama di eccellenza di prodotto e di varietà”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni, intervenendo a Verona, alla presentazione del III Rapporto nazionale Dop dell’olio d’oliva. In Italia sono in produzione oltre 350 varietà, che hanno alimentato la costituzione di ben 38 Dop e Igp, mentre il principale concorrente, la Spagna, ha in produzione 16 varietà di olivi ed i suoi riconoscimenti a Dop si contano sulle dita di una mano. “I consumatori - ha detto Vecchioni - sempre più percepiscono il valore del legame tra prodotto e territorio. Non a caso negli ultimi 15 anni la media di crescita delle esportazioni italiane è stata, secondo il Coi, del 58,2%, contro il 30,5% della Spagna". Vecchioni ha spiegato che i Dop e i Bio spuntano prezzi doppi rispetto al prodotto 100% italiano. A fronte di un prezzo medio dell’extravergine di base di 3,89 euro/litro, il 100% italiano arriva a 4,28 euro/litro, il bio a 6,98, e i Dop-Igp a 8,36 euro. “Tutto ciò - ha detto - è favorito dall' opportunità che offre il made in Italy. Ma è indispensabile una costante azione di difesa dei nostr prodotti dalle imitazioni e dalle contraffazioni". In Europa la sicurezza alimentare ha la priorità. La Ue promuove la diversità basata sulla qualità, tutelando gli alimenti tradizionali e di zone specifiche. “Purtroppo però - ha detto Vecchioni - riscontriamo che questo approccio rigoroso e serio non è stato tenuto nel settore dell’olio". In questo contesto, si innesta la questione dell’origine in etichetta, ancora aperta, e Confagricoltura ritiene siano maturi i tempi per proporre una modifica nel regolamento comunitario, rendendo obbligatoria l’indicazione dell’origine.