Nel corso dell’audizione pubblica, svoltasi a Bruxelles il 21 marzo scorso, sul progetto di risoluzione del Parlamento europeo, in merito alla riforma Ocm ortofrutta, è emerso chiaramente, sia dalle parole della relatrice, M.I. Salinas Garcia, che dalla maggioranza delle rappresentanze europee e dei parlamentari presenti al dibattito, la volontà di non smantellare alcuni importanti comparti ortofrutticoli, come il pomodoro da industria, attraverso una drastica e immediata introduzione del disaccoppiamento totale. La stragrande maggioranza si è trovata d’accordo su un’ipotesi - afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori - di “atterraggio morbido”, caratterizzato da un disaccoppiamento parziale degli aiuti per un periodo transitorio significativo, come indicato dal progetto di risoluzione del Parlamento europeo, che permetta un graduale adattamento del sistema produttivo alle nuove regole introdotte dalla riforma, questo per tutelare sia la rilevanza economica del comparto che l’ingente manodopera occupata nella filiera della trasformazione. “Anche l’ipotesi su modalità specifiche di assegnazione della parte accoppiata degli aiuti, correlate alla superficie realmente investita dai produttori, piuttosto che alla consegna delle quantità all’industria, ci trova - sottolinea il presidente della Cia Politi - pienamente d’accordo dato che rispecchia integralmente la posizione espressa da tempo dalla Confederazione. Condividiamo altri due punti importanti: l’esigenza di un innalzamento dal 4,1 al 6% del tetto massimo di contributo comunitario ai Fondi di esercizio delle Organizzazioni dei produttori, dato l’aumento delle loro funzioni e responsabilità, utilizzando le economie di bilancio, e l’impostazione data alla gestione delle crisi di mercato, purtroppo sempre più frequenti per l’ortofrutta, che prevede la costituzione di un Fondo separato, e con risorse dedicate, rispetto ai Programmi operativi delle stesse Organizzazioni dei produttori”.