La questione relativa allo zuccheraggio del vino fa emergere un preciso elemento: l’eterna arroganza di chi usa questo sistema. Di chi guarda solo ad un problema di semplice convenienza economica, ignorando gli aspetti della qualità e il consumatore. A sostenerlo è la Cia - Confederazione italiana agricoltori per la quale il segnale lanciato dai paesi del Nord Europa ha una chiara e inequivocabile traduzione: “Più soldi al mosto concentrato, ma non toccate lo zuccheraggio per l’aumento della gradazione alcolica dei vini”. Questi paesi, Francia in testa che “zucchera” oltre il 60% della sua produzione, hanno l'intento di spaccare il fronte del Sud (dove tale pratica è vietata) che ha fin qui sostenuto la proposta della Commissione europea di vietare lo zuccheraggio ed eliminare l’aiuto ai mosti concentrati. Questo tentativo maldestro - sostiene la Cia - è perseguito con determinazione a livello politico che organizzativo, per il peso che i produttori vinicoli hanno anche in Germania, Austria, Ungheria e negli altri paesi del Nord Europa. L’annunciato divieto della Commissione, che si basa sulla necessità di adeguarsi alla richiesta mondiale di eliminare tutti i sostegni al contenimento dei costi di produzione, rappresentati in questo caso dall’aiuto al mosto concentrato, metterebbe in crisi i vini arricchiti con zucchero di barbabietola che vedrebbero aumentare notevolmente il loro costo di produzione, in quanto un grado alcolico prodotto in vigna è fino a 10 volte superiore a quello ottenuto con lo zucchero e di 6 volte a quello del mosto concentrato in una condizione in cui, a seconda della zona viticola, è possibile aggiungere fino a cinque gradi con lo zucchero".