Nel settore agricolo l’indicazione d’origine del prodotto è fondamentale che venga indicata in etichetta. E’ quanto sostiene la Cia - Confederazione italiana agricoltori in riferimento alla sentenza della Cassazione secondo la quale, in pratica, non si commette reato se su un prodotto italiano fabbricato o confezionato in uno stabilimento estero non viene indicata la provenienza.
Per la Cia una sentenza del genere non può essere applicata nel settore agricolo, dove il marchio “made in Italy” deve essere ben chiaro e questo proprio per un fatto di trasparenza e di correttezza nei confronti dei consumatori e degli stessi produttori. D’altra parte, già oggi ci sono obblighi di “Carta d’identità” per molti prodotti, dalla carne bovina alla passata di pomodoro, dalla frutta e verdure fresche alle uova, dal miele al latte fresco. Una “Carta d’identità” che, secondo la Cia, dovrebbe riguardare anche altri prodotti come l’olio d’oliva, la carne di maiale, la frutta e la verdura trasformata e i derivati del pomodoro. Un’etichettatura “trasparente” - conclude la Cia - non è solo un fatto di sicurezza, ma anche un mezzo per garantire la competitività del “made in Italy” che, oggi, in campo agroalimentare è indispensabile soprattutto in un momento in cui l’agropirateria internazionale diventa sempre più aggressiva e insidiosa.